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Dal tribunale

Pensionato di Cascina scivola durante un’escursione e fa causa ai carabinieri forestali

Pietro Barghigiani
Pensionato di Cascina scivola durante un’escursione e fa causa ai carabinieri forestali

Ma il giudice respinge la richiesta: «Si è messo da solo in pericolo»

30 novembre 2022
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CASCINA. Una foto per catturare l’immagine più suggestiva scattata da un punto esposto rispetto al circuito tradizionale. Il piede che scivola sulla roccia levigata e l’escursionista precipita in un crepaccio profondo almeno quattro metri. Fratture a femore e bacino segnano la fine di un’avventura in comitiva sull’Isola di Montecristo con il trasferimento in elisoccorso all’ospedale di Grosseto e poi a Cisanello. E un calvario ospedaliero tra interventi e riabilitazione che dura per almeno otto mesi.

La causa

Il protagonista della caduta rovinosa, un pensionato 73enne di Cascina, ha ritenuto che ci fossero almeno tre responsabili per quell’incidente: carabinieri forestali (ministero della Difesa) , Agenzia del Demanio e la società che organizzò l’escursione. E ha quantificato i danni patiti in 153mila euro. Una tesi che è stata respinta dal Tribunale di Firenze, davanti al quale è stata discussa la causa. In sostanza il senso del verdetto è che la caduta fu un azzardo dell’uomo e non frutto di una negligenza di chi aveva curato la visita guidata.

Era il 21 giugno 2015 quando l’incidente interruppe l’escursione alla Stella di Montecristo. Luogo accessibile con regole ferree per consentire un’immersione monitorata in una natura selvaggia. Due i carabinieri forestali presenti e la responsabile dell’agenzia di Tirrenia.

L’informazione

Secondo la ricostruzione processuale «i gitanti tra cui il pensionato ricevettero informativa adeguata sui pericoli del posto, sulla necessità di rispettare le indicazioni fornite dagli agenti del corpo forestale, e sulla necessità di non allontanarsi dal percorso indicato» si legge nella sentenza del giudice Susanna Zanda.

L’azzardo

È emerso, inoltre, che mentre ai partecipanti all’escursione fu richiesto di stare all’interno dello spiazzo davanti al Molino, in attesa che giungessero gli altri dalla grotta del Santo, il pensionato «si avventurò fuori dallo spiazzo, andando oltre il luogo indicato, per fare delle foto, e così mettendosi in una condizione di pericolo che avrebbe dovuto indurlo a guardare bene dove metteva i piedi, evitando i graniti bagnati scivolosi che lo avrebbero poi portato giù nella scarpata».

Colpa dell’escursionista

Scrive il giudice: «I danni sofferti sono il frutto esclusivo della sua colpa interruttiva del nesso di causalità e questa sua colpa fa venir meno qualunque altro titolo di responsabilità o su una presunta culpa in vigilando, dato che gli agenti del corpo forestale avevano condotto i partecipanti della gita, controllando scarpe attrezzatura fornendo informazioni, indicando il percorso aprendo e chiudendo la fila e indicando lo spiazzo davanti al molino per l’attesa degli ultimi partecipanti che avevano visitato la grotta del Santo».


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