Calcio camminato, è pistoiese la squadra campione d’Italia. Le origini del gioco, il semaforo rosso e i limiti per i portieri
Il primo team nazionale è stato fondato in Toscana dall’ex calciatrice Marchetti
PISTOIA. Si chiama walking football, dall’inglese: calcio camminato. È una novità nel panorama sportivo mondiale.
La prima squadra femminile italiana di questo sport è nata a Pistoia grazie all’iniziativa di un’ex calciatrice di serie A, Elena Proserpio Marchetti. Già questa sarebbe una notizia, eppure non si fermano le sorprese. La squadra pistoiese, il Recreativo calcio doc con sede a Sarripoli si è aggiudicato domenica il titolo di campione d’Italia, per la seconda volta dopo quella del 2023 nella prima edizione del torneo tricolore. Ha sbaragliato il campo superando tutte rappresentanti di capoluoghi di regione, per l’esattezza: Torino woman wf, Revival Triestina 1946 di Milano, Asd Roma wf e Palermo wf Boomerang. Come detto a portare in Italia il walking football è stata una cittadina pistoiese.
Come nasce il calcio camminato
La disciplina è comunque nuova a livello planetario. È il 2011 quando John Croot, dirigente del Chesterfield football club, club inglese di terza serie, mentre rientra a casa da un allenamento, fermo ad un semaforo rosso, ha l’intuizione di creare un gioco destinato a persone che hanno l’età in cui di solito si smette di giocare con il pallone e ci si limita a un’attività fisica ridotta. John si focalizza su due elementi base del football che non sono più sostenibili per persone oltre i cinquanta anni, abituate ai ritmi e alla dinamicità del nostro amato sport: la rinuncia alla corsa e al contatto fisico. Da questa idea viene costruito un regolamento che mette sempre al primo posto la sicurezza del giocatore, ma senza rinunciare al divertimento e all'aggregazione; viene quindi iniziato un percorso che, in circa tre anni, porta a un discreto numero di gruppi di gioco. Dal 2014 inizia una fase di costituzione e organizzazione nel Regno Unito che, su queste basi, si può definire la patria del walking football.
La scoperta e l’esportazione a Pistoia
«Mi trovavo in Scozia quando mi imbattei in una partita di alcuni signori che camminavano calciando un pallone», racconta Proserpio Marchetti, che ha esperienza anche come tecnico federale Figc. «Mi informai e appena rientrata in Italia ho fondato qui a Pistoia la prima squadra italiana femminile di questa disciplina affiliata all’Asi».
Le campionesse
Le calciatrici campionesse italiane di walking football, che hanno conquistato lo scudetto tricolore nello scorso weekend 17-18 novembre a Ostia sono tutte pistoiesi, tranne una. Ecco i loro nomi: Michela Pucci, Cinzia Belliti, Leila Bertinelli, Fabiana Benfari (capitana), Elena Proserpio Marchetti, Dina Lamonaca, Marinella Vitulli, Ilaria Bartolini, Simona Marino. Le partite si giocano sei contro sei su un campo con le dimensioni di quello del futsal. Il Recreativo di Pistoia è stato testimonial di uno spot dell’Uefa dedicato all’inclusione e alle pari opportunità nello sport. Questa disciplina dà infatti modo a persone avanti con l’età di praticare sport. Ci sono forti rumors che indicano come imminente che la gestione di questo sport passi alla Figc e all’Uefa. «Il 19 dicembre a Coverciano ci sarà un convegno sulle pari opportunità, in cui il walking football sarà protagonista», dice Proserpio Marchetti.
Tecnica e abilità
L’unica non pistoiese della squadra è il portiere Michela Pucci che però nella nostra città ha militato (ha anche difeso la porta delle Worange e della Cf Pistoiese di Giampaolo Bonacchi nel calcio): «Il nostro sport è molto tecnico – dichiara Pucci – e l’abilità sta nel prevedere in anticipo le mosse, visto che è vietato uscire dall’area di porta e che si devono parare i tiri da lontano».
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