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Pisa, zona 30 sui lungarni centrali: esperimento tra spinte e ostacoli

di Francesco Loi
Pisa, zona 30 sui lungarni centrali: esperimento tra spinte e ostacoli

Dringoli: «Favorevole». Ma dal comitato della mobilità finora nessun via libera

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PISA. L’ipotesi/proposta di zona 30 sui lungarni  a Pisa prova a muovere altri passi. Ma non sembra ancora arrivato il momento della sua attuazione. «Sono favorevole, però non so se si possa trattare di un sistema risolutivo», dice l’assessore alla mobilità Massimo Dringoli.

In occasione della Giornata delle vittime della strada, che si celebra ogni anno la terza domenica di novembre, la Commissione per lo Sviluppo Sostenibile dell’Università di Pisa «propone di avviare una sperimentazione di zona 30 sui lungarni – ha detto la professoressa Elisa Giuliani, prorettrice per la Sostenibilità e l’Agenda 2030 – come primo passo di un percorso più ampio che potrebbe coinvolgere progressivamente altri quartieri della città».

«I lungarni – ha aggiunto – rappresentano uno degli spazi urbani più iconici e frequentati di Pisa, attraversati ogni giorno da migliaia di persone, tra residenti, studenti, lavoratori e turisti. Qui la convivenza tra diverse modalità di trasporto (auto, biciclette, pedoni) è particolarmente delicata e la sicurezza stradale dovrebbe essere una priorità assoluta. Ridurre la velocità massima a 30 km/h permetterebbe di diminuire drasticamente il rischio di incidenti, rendendo i lungarni più sicuri e accoglienti per tutti».

La proposta prevede «un approccio integrato, che non si limiti all’installazione di nuovi cartelli, ma includa interventi di moderazione fisica del traffico (come attraversamenti rialzati, restringimenti ottici, arredi urbani), una segnaletica chiara e ben visibile, e soprattutto una campagna di comunicazione efficace e partecipata».

Il tema della zona 30 sui lungarni, ricorda Dringoli, è stato proposto più volte al comitato della mobilità. Finora però non si è mai passati a indicare l’avvio di una sperimentazione. «I lungarni di Tramontana – dice l’assessore – difficilmente di giorno, per la loro conformazione e per i volumi di traffico, possono permettere di andare molto oltre i 30 km/h di media. Diverso il discorso di notte, ma in questo caso è una questione di controlli del rispetto dei limiti di velocità. Situazione differente in lungarno Simonelli, l’unico con doppio senso di marcia, dove le auto tendono ad accelerare per andare da un semaforo all’altro».

Con la nuova presa di posizione dell’Università il tema dovrebbe essere riproposto al comitato della mobilità. Dove già erano emerse alcune perplessità: della polizia municipale sui controlli effettivi e, relativamente ai lungarni di Mezzogiorno, più scorrevoli e meno trafficati, degli autisti del trasporto pubblico locale.

Per l’Ateneo la sperimentazione dovrebbe essere accompagnata da un attento monitoraggio dei risultati, sia in termini di incidentalità che di percezione della sicurezza e della qualità della vita.

«L’Università di Pisa – dice la professoressa Giuliani – si rende disponibile a collaborare con l’amministrazione comunale e con tutti i soggetti interessati, mettendo a disposizione le proprie competenze e la capacità di progettazione partecipata. Solo attraverso un lavoro di squadra sarà possibile realizzare una trasformazione urbana efficace e duratura, capace di portare benefici concreti a tutta la comunità».

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