Economia e lavoro
Rischio blitz dei tifosi laziali a Pisa, i motivi della trasferta vietata: «Un’altra giornata di massima allerta»
Il questore Salvatore Barilaro ha garantito che saranno presidiati «tutti gli obiettivi sensibili»
PISA. Il divieto di trasferta per i tifosi della Lazio previene i rischi, ma non li azzera. Qualche gruppo di ultrà laziali – il biglietto lo avevano acquistato in 1100, finendo i posti del settore ospiti – potrebbe comunque decidere di venire oggi a Pisa (la partita è in programma stasera 30 ottobre alle 20,45) e per questo si profila un’altra giornata di massima allerta da parte delle forze dell’ordine.
La giornata
Anche perché, dai segnali captati dalle autorità, tra i gruppi ultras biancocelesti e nerazzurri è emersa un’atmosfera di «assoluta ostilità», una tensione pronta a esplodere che la decisione di impedire l’ingresso all’Arena Garibaldi ai sostenitori delle aquile si prefigge di disinnescare.
La politica
I campanelli d’allarme che hanno portato al divieto sono contenuti nello stesso provvedimento adottato dal Prefetto di Pisa Maria Luisa D’Alessandro sulla base delle indicazioni degli organi ministeriali. A cominciare dalla rivalità politica, amplificata dall’amicizia di componenti della curva laziale con quelli veronesi protagonisti degli scontri di via Piave. “Giovedì a Pisa col tricolore: dopo 34 anni si torna in una città dove il tricolore non è ben visto.. Avanti laziali” si legge in alcune pagine social connesse al tifo organizzato biancoceleste. Parole che mettono in luce intenzioni provocatorie da parte delle 300 persone che si stavano organizzando per venire a Pisa con auto private e mini van, «probabilmente per smarcarsi dai servizi preventivi della questura» si legge nei passaggi del provvedimento riportati anche dalle agenzie.
Qui Pisa
Dall’altra parte, per gli ultras pisani, «l'arrivo dei tifosi laziali sarebbe un'occasione da non perdere per non consentire, ancora una volta, a una tifoseria rivale, di assumere atteggiamenti provocatori nella propria città». Dopo i precedenti (dal saluto fascista dei romanisti agli scontri con i veronesi passando per i tafferugli con i fiorentini), «i gruppi organizzati pisani si stanno avvicinando all'appuntamento con la Lazio ancora più preparati e organizzati per eventuali scontri con i tifosi laziali» scrive il Prefetto.
Per tutti questi motivi è vietato abbassare la guardia. I servizi di ordine pubblico partiranno già dalla mattina. Un occhio di riguardo alla stazione di Pisa San Rossore, da dove lo scorso 18 ottobre sono scesi i supporter del Verona, anche se come detto i laziali si stavano organizzando con auto e minivan. In ogni caso, il questore Salvatore Barilaro ha garantito che saranno presidiati «tutti gli obiettivi sensibili».
La decisione
Anche per quest’incontro, il sindaco Michele Conti ha ripetuto l’ordinanza che vieta – sia dentro lo stadio che nelle vie limitrofe – la somministrazione e la vendita per asporto di bevande alcoliche di gradazione superiore a 5 gradi e di altre bevande non alcoliche contenute in lattine e bottiglie di vetro, a partire da due ore prima dell’inizio della partita e sino alle due ore successive al termine della gara.
Le polemiche
Intanto non si fermano le polemiche sulla decisione di vietare la trasferta e in generale sul sistema di gestione dell’ordine pubblico. «Ancora una volta, invece di affrontare i problemi, si sceglie di vietare e proibire, scaricando sulla passione e sulla libertà dei tifosi l’incapacità di gestire la sicurezza» dice il consigliere comunale del Pd Marco Biondi. Anche la stessa Lazio ha commentato il provvedimento, esprimendo «rammarico per i propri sostenitori che avrebbero voluto seguire la squadra anche in questa occasione».
