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Pisa, sanzioni disciplinari agli studenti per commenti social contro il professor Casella

di Redazione Pisa
Pisa, sanzioni disciplinari agli studenti per commenti social contro il professor Casella

Gli strascichi del faccia a faccia nell’aula del polo Piagge, Studenti per la Palestina contro l’Università: «Minacce a chi non si allinea alla propaganda sionista e diffamatoria. Rispondiamo alle intimidazioni»

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PISA. «In questi giorni ci giunge notizia che UniPi ha avviato procedimenti disciplinari contro alcuni studenti, per dei commenti su Instagram relativi alla vicenda del professor Casella».

Ad annunciarlo è il collettivo “Studenti per la Palestina di Pisa”, che per entrare nel merito di ciò che sta accadendo ha convocato per domani (martedì 21 settembre) una conferenza stampa al polo Piagge, teatro lo scorso 16 settembre dell’accesa lite tra gli studenti pro Pal e il docente di diritto pubblico comparato Rino Casella durante la sua lezione nell’aula zero. 

Il comunicato

«Durante una nostra smegafonata, il suddetto professore ha aggredito gli studenti che hanno fatto un intervento per la Palestina durante la sua lezione – scrive il collettivo – Da lì è cominciata una gogna mediatica che ha coinvolto direttamente il governo, accusando gli studenti di aver preso di mira e picchiato il professore. In poco tempo, però, è emersa la verità. Un importante ruolo lo hanno avuto i commenti su instagram, sotto i video che mostravano
l’accaduto. Gli studenti hanno testimoniato: la violenza e l’intolleranza stavano solo dalla parte di chi, con il proprio potere di professore, voleva negare anche solo un minuto alla Palestina. Nonostante anche il professore abbia dovuto ritrattare sulle diffamazioni circolate in quei giorni, la propaganda è continuata. Lo ha mostrato l’incontro tra Bernini, rettore e quel professore poche settimane fa, dove i tre hanno fatto fronte unito contro la “violenza” di chi manifesta».

Stando a quanto affermato da Studenti per la Palestina, l’Università di Pisa sta avviando dei procedimenti disciplinari nei confronti di chi su Instagram ha commentato la vicenda schierandosi contro il professore. «Unipi sta andando a scovare chi si è espresso contro le sue menzogne – denuncia il collettivo  – Citando i danni “all’immagine dell’università”, UniPi sta minacciando con sanzioni disciplinari chi ha osato non allinearsi alla sua propaganda sionista e diffamatoria, anche solo con un commento su Instagram. Quale immagine deve riscattare UniPi, se non quella di un’Università legata a doppio filo con l’industria bellica e le accademie sioniste? Quale immagine è stata offesa, se non quella di un’Università che si professa per la pace e il dialogo, mentre tenta nei modi più subdoli di infangare chi lotta contro il genocidio e l’occupazione illegale della Palestina?». 

L’attacco del collettivo prosegue: «L’Università si sta preparando sempre di più a disciplinare i suoi studenti, come mostra il Ddl Gasparri, volto a criminalizzare l’antisionismo. O la proposta di riforma della stessa ministra Bernini, che mira a inserire nei CdA un membro di nomina ministeriale. L’obiettivo è chiaro: garantire la continuazione degli affari, in particolare con la guerra. Non lasceremo che tutto questo passi sotto silenzio. Invitiamo chiunque abbia ricevuto comunicazioni simili di farcelo sapere: organizziamoci e rispondiamo insieme alle intimidazioni. La lotta per la Palestina non si ferma».

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