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Base militare a Pisa, il centrosinistra dice “no” al progetto del Cisam

di Francesco Loi
Nella foto l’ingresso dell’area del Cisam a San Piero a Grado
Nella foto l’ingresso dell’area del Cisam a San Piero a Grado

I segretari Pd: «L’aumento del finanziamento accresce le preoccupazioni»

24 luglio 2024
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PISA. Oggi e domani prosegue nella commissione parlamentare la discussione sul decreto infrastrutture, per arrivare poi all’esame della Camera il prossimo 29 luglio con la conversione in legge. L’articolo 5 del decreto comprende lo stanziamento di 20 milioni di euro per la realizzazione della nuova base militare al Cisam di San Piero a Grado e a Pontedera destinata al Gruppo di Intervento Speciale (Gis) e al 1º Reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania.

Nel frattempo i consiglieri comunali del progetto civico e progressista (l’opposizione di centrosinistra) hanno presentato una mozione che si oppone proprio alla previsione della base nel territorio del Parco, dentro il Cisam. «Siamo molto soddisfatti di questo passo – dicono il segretario provinciale Oreste Sabatino e quello comunale Andrea Ferrante –. La mozione è anche il frutto di un percorso interno al Pd che ha visto coinvolti amministratori e dirigenti, e che conferma posizioni e impegni presi nel tempo, in sintonia con le forti preoccupazioni della comunità democratica».

I due segretari ricordano infatti le prese di posizione dei sindaci di San Giuliano e di Vecchiano (questi anche presidente della Provincia) incentrate sulla contrarietà a qualsiasi intervento all’interno dell’area protetta.

«Oggi – aggiungono Sabatino e Ferrante – ci troviamo di fronte a nuovi passaggi legislativi, con l’aumento del finanziamento al progetto, che aumentano le preoccupazioni, perché dell’intervento si continua a sapere troppo poco, se non che i costi stanno lievitando in modo francamente allarmante. In un periodo di crisi, ci si chiede se non esistano altre possibilità più sostenibili, sul piano ambientale, su quello economico, su quello urbanistico. Certamente tali e tante risorse sarebbero utili per rispondere ad altre urgenze del territorio. Oggi sono ancora più forti i timori sulla sorte del bosco di cui si prevede l’abbattimento, un’evidente ferita al Parco e uno schiaffo a chi combatte per contrastare l’emergenza ambientale. È necessario che siano resi noti gli effettivi intenti, per consentire a chi governa il territorio e alla sua cittadinanza di valutare ed esprimersi».

«Noi oggi abbiamo chiesto – concludono i due segretari – che l’iter si interrompa e che si individuino soluzioni differenti, fuori dal Parco e riutilizzando e rifunzionalizzando il più possibile le numerose strutture inutilizzate o sottoutilizzate presenti nel resto del territorio».

Una città in comune, formazione della sinistra radicale che fa parte del gruppo consiliare Diritti in comune, ribadisce la sua posizione al fianco del Movimento No Base e definisce «irricevibile l’ennesima operazione trasformista del Pd, che presenta in commissione parlamentare un emendamento che dice sì alla base nel Parco purché avvenga senza aumenti di volumetrie rispetto agli immobili già presenti. Operazione che anche a livello locale – aggiunge – Sinistra Unita, Pd e La città delle persone hanno portato avanti anche in consiglio comunale presentando una mozione a favore della realizzazione della base, ma non nel Parco, e rilanciando la bugia della militarizzazione sostenibile».

«Per noi quindi – scrive Una città in comune – a differenza di chi come i 5 Stelle anche a livello regionale rilancia la realizzazione della base in altri luoghi, la base non si deve fare né nel Parco, né a Pontedera, né altrove. Perché non esistono territori di serie A e di serie B, e perché neanche un euro deve essere speso per alimentare l’economia di guerra. E di fronte a questo non ci sono compensazioni accettabili».

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