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Pisa, bambino azzannato dal pitbull, il racconto della mamma: «Gli è saltato addosso all'improvviso» e spunta un precedente

di Francesco Paletti
Pisa, bambino azzannato dal pitbull, il racconto della mamma: «Gli è saltato addosso all'improvviso» e spunta un precedente

La testimonianza della donna ancora sotto choc: il piccolo ha subito due operazioni al Meyer

15 marzo 2024
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PISA. Non solo 45 giorni di prognosi. Ma anche e soprattutto due operazioni nell’arco di una settimana, otto giorni di ricovero al “Meyer” di Firenze e un via vai continuo fra Pisa e l’ospedale pediatrico fiorentino con visite di controllo ogni 48 ore per verificare il corretto decorso post-operatorio. È un calvario quello del piccolo aggredito da un pitbull lasciato libero dal proprietario. Iniziato la sera di domenica 25 febbraio quando è stato attaccato dal cane in un bar alla periferia di Pisa, dove si trovava insieme ai genitori e alla sorella per un aperitivo. Un tranquillo giorno in famiglia che, in pochi minuti, è diventato quasi un film horror.
Il racconto della mamma
A raccontarlo è la mamma, ancora scossa: «A parte noi quattro, il locale era quasi vuoto quando è entrato questo signore con il cane e ha ordinato un caffè: i miei figli hanno chiesto se potevano accarezzarlo e il padrone ha acconsentito e subito dopo il bambino gli ha lanciato una patatina sul pavimento». L’attacco, però, va in scena qualche secondo dopo quando il piccolo, ormai dimenticatosi del cane, ha preso uno sgabello e ci è salito sopra per guardare la tv: «Il cane è rimasto incustodito fra il mio compagno e il bambino dato che il padrone stava bevendo il caffè e in quel momento è partito l’attacco» racconta. E aggiunge: «Ciò che le racconto è facilmente verificabile dato che tutto ciò che è accaduto nel locale è stato ripreso dalle telecamere dell’impianto di videosorveglianza»: non è un dettaglio dato che la mattina seguente il padre ha sporto denuncia in questura.
Attimi di terrore
«La prima cosa che abbiamo fatto, ovviamente, è stato pensare alla salute di nostro figlio che aveva un braccio maciullato» riprende la mamma. Anche staccare il cane, infatti, non è stata impresa semplice: «Non c’era modo, ce l’abbiamo fatta solo dopo che uno dei presenti ha usato il manico di una scopa come leva» racconta. Poi la chiamata al 118, la richiesta di provvedere a bloccare la ferite e ad applicare del ghiaccio in attesa dell’ambulanza, il trasferimento al Pronto Soccorso e da qui immediatamente al “Meyer”: «Mio figlio aveva il braccio quasi diviso in due e un trauma cranico profondo poco sopra l’occhio».
In ospedale
Poi le operazioni: «La prima già lunedì mattina e la seconda giovedì: lo hanno dimesso il 4 marzo, dopo otto giorni, ma da allora ogni 48 ore dobbiamo andare a Firenze per la visita di controllo». Ma il percorso si annuncia lungo: «Non è ancora rientrato a scuola e comunque per un po’avrà delle difficoltà dato che il braccio ferito è quello con cui scrive e ora è ingessato: inoltre i medici mi hanno suggerito di fargli seguire un percorso psicologico».
La fuga del proprietario
Il proprietario del cane, invece, è sparito subito dopo l’accaduto e, almeno fino alla serata di venerdì 15 marzo, le forze dell’ordine non lo avevano rintracciato nemmeno all’indirizzo di residenza, anche se nei giorni scorsi a casa ha ricevuto la visita del veterinario dell’Asl. «Spero vivamente che il cane gli sia tolto perché non è in grado di tenerlo: va evitato che capiti ad altri ciò che è accaduto mio figlio» dice decisa la mamma. Non sarebbe la prima volta, infatti, che il pitbull in questione mostra comportamenti aggressivi. Almeno un precedente è certo: «Il 3 dicembre scorso il mio Jack Russell, è stato attaccato dallo stesso cane, libero e senza guinzaglio, mentre stavamo passeggiando – racconta la consigliera comunale Alessandra Orlanza : – sono riuscita a liberarlo, grazie all’aiuto delle persone accorse per le mie urla, ma comunque la prognosi è stata di 20 giorni, oltre a 700 euro di spese veterinarie. Denunciai immediatamente il fatto alla Polizia Municipale e mi risulterebbe che, in passato, abbia attaccato altri cani di piccola taglia. È inteso, ovviamente, che il problema non è tanto il cane, quanto il padrone».

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