Il Tirreno

Il lutto

Piombino, addio a “Tarzan”: la città piange il mito del body building


	Claudio Chellini in palestra
Claudio Chellini in palestra

Tanti i messaggi di cordoglio, il ricordo dell’amico: «Era un uomo splendido, di una sincerità e umanità uniche»

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PIOMBINO. Trattava quei pesi con una cura amorevole. Poi, quando c’era da spingere con quei muscoli da colosso non si faceva certo pregare. Sì, si può fare sollevamento pesi con grazia e con stile. Questo ha insegnato Claudio Chellini a tanti allievi della palestra Living Club. Erano gli anni Novanta, una vita fa. Tra bilancieri e panche piane “Tarzan” era davvero un mito. Il motivo del soprannome? Basta guardare una foto di quei tempi: bicipiti poderosi, massa grassa al minimo sindacale, capello lungo. Insomma, un Johnny Weissmuller in versione piombinese. Un autentico personaggio.

Per questo, dopo che la figlia Antonella ha dato la notizia della scomparsa del babbo, via social, in tanti – in città – hanno provato dolore e nostalgia. Claudio aveva 85 anni. Gli amici più stretti sapevano che il gigante non stava bene. Nelle ultime ore, purtroppo, le sue condizioni si sono ulteriormente aggravate. Fabrizio Lotti ricorda l’amico scomparso come un «uomo splendido, di una sincerità ed umanità unica».

Lotti negli anni Novanta era titolare del Living Club e Claudio Chellini è stato istruttore e tuttofare nella palestra. I pesi erano davvero la grande passione e il Living il luogo nel quale trascorreva il tempo libero, quando non era in turno alle acciaierie. «Era innamorato dei pesi – racconta ancora Lotti – ma li alzava ed eseguiva gli esercizi con uno stile unico; era un artista del body building. Oltre a insegnare ai ragazzi imbiancava ogni anno tutta la palestra». Un ricordo che richiama altri ricordi.

E un aneddoto che Lotti racconta per omaggiare l’amico: «Quando Claudio era di due-dieci, per “arrotondare” dopo il turno di lavoro montava sulla scala e iniziava a imbiancare. Una notte una guardia notturna, alle quattro, notò la luce accesa. Sentiva una musica da camera all’interno. Insomma, la guardia passò da dietro, entrò nella sala principale e puntò la pistola verso Claudio che, dopo otto ore in fabbrica, erano sei ore che pitturava. Osservò la guardia tranquillo e gli disse: “Sparami anche”.

L’ultimo saluto

Questo era Claudio. Bello, imponente, ma sempre calmo e gentile». Claudio Chellini lascia la moglie Laila, i figli Alessandro e Antonella e tante persone che gli volevano bene. Oggi, 8 ottobre, alle 14 nella chiesa della Misericordia sarà celebrato il funerale di Tarzan. Un altro pezzo di Piombino che se ne va.

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