Montecatini, omicidio nell’ex albergo: chi è il presunto killer finito in carcere e il movente
A uccidere con una coltellata il 26enne trovato morto in una camera dell’Hotel Impero di viale Bicchierai sarebbe stato uno spacciatore
MONTECATINI. Un’unica coltellata, all’altezza dell’inguine. Con la lama a doppio taglio che aveva reciso l’arteria e la vena femorali. Nessuna possibilità di salvezza: il 26enne egiziano era morto dissanguato nell’arco di una manciata di minuti, disteso su un letto di quell’albergo abbandonato da anni nel cuore di Montecatini e diventato rifugio e dormitorio di clandestini e senzatetto. E anche di spacciatori di droga. Era la mattina dell’8 febbraio dello scorso anno. Il cadavere di Ibrahim Abdalla Mohamed Sakran, già in avanzato stato di mummificazione, fu scoperto solo alcune settimane dopo, il 20 marzo, da alcuni operai impegnati per conto del tribunale in dei lavori di messa in sicurezza dell’ex Hotel Impero di viale Bicchierai.
Adesso, dopo mesi di indagini portate avanti dai carabinieri del nucleo operativo di Montecatini, per quell’omicidio c’è un presunto colpevole.
Su richiesta del pm titolare dell’inchiesta, Claudio Curreli, il gip del tribunale di Pistoia Luca Gaspari ha disposto la custodia cautelare in carcere per M’Hamed Benzaria, 30enne marocchino. Secondo la procura, sarebbe stato lui ad accoltellare il giovane egiziano al culmine di una lite divampata per questioni di droga: Sakran, cliente assuntore di cocaina ma anche spacciatore per conto dell’indagato, sarebbe stato punito per aver tenuto per se un po’ della droga che gli era stata consegnata per essere venduta.
L’ordinanza di misura cautelare è stata notificata al trentenne marocchino nel carcere di Forlì, dove si trovava già detenuto per un’altra inchiesta, questa volta per un giro di spaccio di stupefacenti in Valdinievole (nata dopo la morte per overose di una ragazza di 29 anni nel giugno 2023), nell’ambito della quale, tra l’altro, proprio mercoledì della scorsa settimana, comparso davanti al giudice dell’udienza preliminare di Pistoia insieme a sei coimputati, aveva patteggiato la pena di 2 anni e 10 mesi di reclusione.
Assistito dall’avvocato Antonio Giacomini, del foro di Forlì, martedì mattina è stato sottoposto all’interrogatorio di garanzia da parte del gip e si è avvalso della facoltà di non rispondere, su consiglio del suo legale che deve ancora esaminare il corposo fascicolo della pubblica accusa con gli elementi probatori raccolti nel corso delle indagini.
Indagini che erano iniziate subito dopo la scoperta del cadavere, avvenuta in una camera al secondo piano dell’ex hotel . Il cellulare ritrovato sul corpo aveva permesso di identificare la vittima, e anche, attraverso l’analisi successiva del traffico telefonico, di ricostruire quelle che erano state le sue frequentazioni. Per questo, immediatamente gli investigatori avevano puntato la loro attenzione sul giro dei migranti nordafricani che gravitano su Montecatini e sulla Valdinievole, in particolare di quelli legati allo spaccio di stupefacenti. E una delle prime voci raccolte da gli informatori era stata quella che riteneva autore dell’omicidio uno spacciatore marocchino e, come movente, il furto di un piccolo quantitativo di droga da parte della vittima.
Nel contempo, sul luogo del delitto, erano stati portati a termine tutti gli accertamenti, durante i quali, in una pozza di sangue trovata sul pianerottolo del secondo piano, era stata trovata l’impronta di una scarpa da ginnastica. Mentre l’autopsia aveva confermato che il 26enne egiziano era morto a causa di un’unica coltellata che gli aveva reciso i due principali vasi sanguigni sul lato sinistro dell’inguine, non lasciandogli scampo.
Fatto sta che i carabinieri avevano stilato un elenco di persone con cui la vittima (ritenuta, da tutti i testimoni, un ragazzo perbene, con un lavoro, prima che entrasse nel mondo della droga) aveva avuto contatti nei giorni precedenti al delitto. Ed era stato attraverso di loro che avevano avuto conferma delle voci: sarebbe stato lo stesso Benzaria a confessare a uno di loro di aver ucciso Sakran, senza averne l’intenzione, la mattina dell’8 febbraio 2024. Stesso giorno in cui, tra l’altro, poche ore dopo, era stato visto in un bar con gli abiti sporchi di sangue.