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Pescia, Val di Forfora “dannata”: ennesima frana dopo Ponte di Sorana

di Maria Salerno

	La frana sulla provinciale 
La frana sulla provinciale 

Di nuovo chiusa la strada provinciale nella Svizzera Pesciatina

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PESCIA. A causa dell’ennesima frana è stata chiusa, nella giornata di martedì 15 aprile, la strada provinciale 34 della Val di Forfora nel tratto da Ponte di Sorana in direzione Lanciole, quasi al confine fra i territori comunali di Pescia e San Marcello-Piteglio.
Cosa è successo
«La chiusura si è resa necessaria a causa del distacco di detriti e grossi massi che non garantiscono la pulizia e la riapertura in sicurezza della stessa – ha spiegato il vicesindaco Luca Tridente – siamo in attesa che i tecnici della Provincia facciano le dovute valutazioni per poi intervenire». Tridente ha raccomandato prudenza negli spostamenti, sottolineando che a causa delle burrasche di questi giorni sono caduti oltre 85 millimetri di pioggia in 48 ore. Già qualche settimana fa, nello stesso punto, si era verificato, infatti, un primo distacco di materiale, sempre a causa del maltempo e la carreggiata si era riempita di detriti e persino di un albero. Allora la Provincia era intervenuta subito, contattando una ditta che in somma urgenza aveva fatto il lavoro, così da consentire la riapertura della strada in tempi brevi.
I lavori
La situazione adesso sembrerebbe riproporsi in maniera più complicata in quanto «quella parte di frana che rimane “appesa” andrebbe disgaggiata», ha spiegato Tridente. Il disgaggio è una tecnica utilizzata per la messa in sicurezza in tempi brevi di una parete rocciosa o di una scarpata tendente a franare qualora vi si trovino parti o frammenti che siano soggetti al rischio di distacco e di caduta. La situazione di rischio può essere determinata, come in questo caso, da fattori naturali quali forti e persistenti piogge. «Questo genere di lavori vanno fatti in sicurezza – ha evidenziato il vicesindaco – quindi deve smettere di piovere e poi rimane il problema della ditta, non sono tante quelle attrezzate per fare questo genere di lavori». E inevitabilmente le parole più naturali da evocare in questi frangenti sono manutenzione e prevenzione, proprio a causa della loro assenza il territorio appare sempre più fragile e inerme di fronte ad eventi calamitosi estremi sempre più frequenti. E la Val di Forfora si riscopre “dannata”, vista anche la frana più a valle (verso Calamari) di recente messa in sicurezza.

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