Pescia, riaperto il Ponte all’Abate: tornano le auto sulla Lucchese
Una corsa contro il tempo per il via libera a senso unico alternato di marcia
Pescia Alla fine la corsa contro il tempo che ha tenuto con il fiato sospeso per tutta la giornata è stata premiata. Non alle 18, come era stato annunciato dalla Provincia di Pistoia, ma circa un’oretta dopo di mercoledì 16 aprile le prime auto hanno potuto di nuovo transitare - seppur a senso unico alternato, quindi su una sola corsia di marcia - sul rinnovato Ponte all’Abate, il tratto della regionale Lucchese fuori Collodi, al confine tra le province di Pistoia e Lucca, chiuso al traffico da metà giugno dello scorso anno per permettere i lavori di consolidamento strutturale realizzati dalla ditta Intersonda di Castelnuovo Garfagnana e finanziati con un milione e mezzo di euro dalla Regione Toscana.
Un sollievo per tutti questo start, soprattutto per le attività commerciali della zona che hanno patito seri disagi dallo stop prolungato alla circolazione, che ha subito almeno un paio di rinvii e ha tenuto acceso il dibattito politico a Pescia e non solo, con raccolte firme, esposti, ricorsi con gli avvocati, discussioni fiume in consiglio comunale, accuse reciproche, una infuocata assemblea pubblica al centro Agape di Collodi. Sul posto erano in tanti nella spasmodica attesa della riapertura, alla fine avvenuta, amministrazione comunale e provinciale in testa, compresi molti cittadini a fare da sentinelle oltre le transenne. Quello di Ponte all’Abate è un caso particolare nell’emergenza diffusa che riguarda ponti e viadotti e in generale la viabilità sul territorio provinciale.
E infatti secondo la Confcommercio «i ritardi nelle opere, uniti alla carenza di chiarezza sui tempi e sulle misure compensative, stanno mettendo a dura prova il tessuto economico locale. È uno scenario al quale non possiamo, né vogliamo, più assistere». Per l’associazione di categoria «il caso del Ponte all’Abate, a Pescia, è esemplare: dopo mesi di chiusura totale, la riapertura prevista sarà solo parziale, con senso unico alternato e limitato alle auto. Un risultato che non può considerarsi accettabile per le attività della zona, che denunciano da tempo una condizione di isolamento e una drammatica riduzione del lavoro senza aver ricevuto, finora, alcuna forma di ristoro o sostegno (sono stati stanziati 240mila euro dalla Regione Toscana, ndr)».
E poi c’è il caso della provinciale 9 del Montalbano, sul San Baronto, dove «nonostante lo stato di emergenza gli interventi procedono al rilento e con una comunicazione intermittente verso il territorio»; e quello che si presenterà tra poco sulla Lucchese a Buggiano, all’altezza del lago Azzurro, dove sono previsti due mesi di chiusura totale al traffico tra giugno e agosto (e altre limitazioni dalla prossima settimana) per permettere il consolidamento del ponticino sul rio Torto, «opere necessarie ma che devono essere affiancate al più presto da una strategia condivisa di mitigazione dell’impatto per le attività».
«Di fronte a questo quadro allarmante, Confcommercio ribadisce che non è più tollerabile assistere a cantieri infiniti, a opere e interventi gestiti in modo inefficace. L’incompetenza e la lentezza di chi è responsabile dei lavori non possono più ricadere sulle spalle delle imprese, che rappresentano il motore economico del territorio e che, in troppi casi, stanno pagando il prezzo più alto. È indispensabile che per tutti gli interventi in corso venga definito e rispettato un cronoprogramma chiaro e pubblico, che vengano attivate soluzioni di viabilità alternativa adeguate e, soprattutto, che si prevedano ristori economici concreti per le imprese colpite dai disagi. Confcommercio si farà portavoce di queste istanze in ogni sede istituzionale, non possiamo più permetterci di compromettere la vitalità economica dei territori per colpa di inefficienze che si trascinano da troppo tempo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA