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Montecatini, il turismo analizzato dal super consulente: «Il termalismo non basta più», ecco i punti per rilanciare la città

di Lorenzo Carducci
La facciata del Tettuccio simbolo di Montecatini
La facciata del Tettuccio simbolo di Montecatini

Pronto lo studio da 434 pagine della società di Josep Ejarque

27 aprile 2024
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MONTECATINI. La città è percepita dal mercato turistico come destinazione termale “monoprodotto”. Ma col declino delle Terme, in questo momento all’asta, e le nuove esigenze dei turisti sempre più a caccia di esperienze varie e integrate, la realtà dice altro. Cioè che quest’impostazione risulta ormai anacronistica e inadeguata. Tant’è vero che il traino è composto dal “turismo di touring”, quello in cui la destinazione viene utilizzata come base per visite verso altre destinazioni, specialmente per il turismo organizzato (quello dei gruppi, il 65% del totale). Perciò, se si vuole credere in un rilancio de “La città del benessere” bisogna creare un’offerta che attiri le persone a venire anche per restare: sono riflessioni che si sentono da tempo e dalle quali muove anche il “Piano strategico di marketing turistico per la destinazione Montecatini Terme” redatto dalla F Tourism & Marketing di Torino, la società di Josep Ejarque, il “guru” del turismo incaricato dal Comune – su iniziativa dell’assessora al turismo Alessandra Bartolozzi – come consulente esterno, nell’ambito del bando Unesco che ha visto la città ottenere 1,2 milioni di euro di finanziamenti. È un documento di 434 pagine molto atteso, approvato pochi giorni fa dalla giunta e che il professionista di origini spagnole ha redatto assieme alla collega Lucia Montalbano, analizzando tutti gli aspetti dell’attuale posizionamento turistico di Montecatini e prospettando una serie di mosse per far rifiorire una delle 11 grandi città termali d’Europa targate Unesco dal 2021. Scopo del bando ministeriale è infatti quello di aumentare le presenze turistiche del 5% rispetto al 2019. I suggerimenti di Ejarque sono tanti, ma prima lo studio si sofferma sull’attuale stato dell’arte. E a fare da contraltare ai noti punti di forza, tra cui l’ampia offerta ricettiva (più di 10mila posti letto), la posizione strategica, il verde, il prodotto Montecatini Alto e la buona accessibilità, non mancano le note dolenti.

Punti deboli

Riprendendo il filo della città dormitorio, «oggi non è definito in modo chiaro il prodotto-destinazione Montecatini Terme nel mercato – scrive la F Tourism & Marketing – il prodotto principale si può considerare il turismo di scoperta, ossia la posizione strategica rispetto alle altre città d’arte». Morale della favola, la ricaduta economica diretta sul territorio è scarsa. Fattore che ha un proprio peso nella sofferenza del sistema commerciale. La proposta sarebbe quella di puntare sul benessere a 360 gradi: cultura, eventi, sport e manifestazioni all’aperto (sfruttando anche la “Bandiera azzurra” ricevuta da poco come città della corsa e del cammino), escursioni, enogastronomia. Senza dimenticarsi dell’acqua termale, sullo sfondo. Altro difetto il potenziale non sfruttato della Valdinievole (qui le risorse sono per l’intero Ambito), dove «non si è riusciti a generare sufficienti sinergie», facendo leva su borghi, paesaggio e il buon cibo. Inoltre, l’offerta di eventi vale come intrattenimento più locale che turistico, a differenza dell’attrattività che può ad esempio generare il Lucca Comics. Si potrebbe fare meglio anche in termini di comunicazione, informazione e promozione turistica, giudicate confusionarie, deficitarie e poco accessibili. Dulcis in fundo, «un fragile sentimento di comunità turistica – si legge – ogni categoria economica viaggia per conto proprio, senza una logica di cooperazione mirata allo sviluppo turistico». Si è infatti parlato spesso dell’importanza di istituire un ente di coordinamento, come una fondazione o una destination management organization (Dmo) . Insomma, c’è tanto da lavorare a prescindere da chi vincerà le elezioni.

Progetti

Oltre che per pagare il piano, i soldi del bando Unesco il Comune vuole investirli nel realizzarlo. A partire dalla rassegna di micro e macroeventi – al via col cartellone di quest’estate – attorno al concetto di benessere declinandolo ai temi: donna, pace, terra e acqua, arte. Molti saranno in pineta, che in questi giorni è stata visitata da ingegneri, architetti e paesaggisti accademici di Fincon Consulting Italia, studio incaricato di concepire la riqualificazione del parco (la progettazione è finanziata dalla Fondazione Caript) trasformandolo da parco urbano in parco del benessere: con l’acqua maggiormente protagonista, giardini botanici e una biodiversità più ricca. I soldi potrebbero arrivare dal bando dell’Unione europea a cui il Comune partecipa, coinvolto da Fincon, come membro di un consorzio coordinato dal Politecnico di Milano, che include partner di calibro internazionale e rappresentanti di nove Paesi europei. La scadenza per le proposte è fissata per il 12 giugno, in caso di esito positivo il consorzio riceverebbe circa 2,5 milioni di euro.

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