Il Tirreno

La tragedia

Carrara, muore schiacciato da una gru nella ditta di marmi: è morto davanti alla figlia

di Gabriele Buffoni

	La gru che ha schiacciato l'uomo e la ditta dov'è accaduto l'incidente (foto Cuffaro)
La gru che ha schiacciato l'uomo e la ditta dov'è accaduto l'incidente (foto Cuffaro)

L’incidente sul lavoro alla Bedini Marmi in via Galilei

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CARRARA. Un boato, la terra trema. «Ho pensato fosse un terremoto» racconta un uomo che vive nelle immediate vicinanze del piazzale della Bedini Marmi, a Carrara. Ma l’urlo che spezza il rumore del traffico lungo viale Galileo Galilei fuga ogni dubbio: è quello della figlia di Giorgio Bedini, imprenditore e patron dell’omonima ditta, rimasto ucciso ieri pomeriggio in un tragico incidente sul lavoro, schiacciato dalla gru che stava guidando. Aveva 81 anni.

Davanti alla figlia

Sono le 15,11. Il boato della gru che si capovolge al suolo è terrificante. La figlia di Bedini esce dal box prefabbricato adibito ad uffici urlando disperata sul piazzale che serve da deposito ed esposizione di materiali grezzi per l’azienda. Davanti ai suoi occhi, la tragedia: l’enorme mezzo pesante utilizzato per spostare i blocchi di marmo, per caricare e scaricare i camion, è riverso sul fianco. Schiacciando sotto il suo peso il padre, Giorgio Bedini.

Per l’anziano titolare della Bedini Marmi i soccorsi fin da subito sono disperati: sebbene la chiamata al 112 sia immediata, il personale sanitario della Pubblica Assistenza di Carrara giunto sul posto può ben poco se non constatare il decesso dell’81enne. E avvertire il personale dell’ufficio Prevenzione igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro dell’Asl Toscana nord ovest, che arriva sul piazzale insieme alla polizia di Stato del commissariato di Carrara: sul posto già presente anche la polizia municipale, che per prima ha trincerato e circoscritto l’area.

La dinamica

Cosa sia accaduto è ancora al vaglio delle autorità. Ma i tecnici dell’Asl e gli agenti del commissariato, dopo un rimo sopralluogo, hanno già iniziato a farsi un’idea dell’accaduto. Giorgio Bedini d’altro canto era ben conosciuto da tutti nel settore lapideo. Un lavoratore infaticabile, mai disposto a restare con le mani in mano. Per questo era sempre sulla gru per caricare i blocchi sui camion nonostante l’età.

Anche ieri, nel primo pomeriggio, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Bedini sale a bordo del mezzo, alle sue spalle il camion di una ditta pronto a ricevere un blocco di granito dal peso stimato tra le 30 e le 40 tonnellate. Un macigno che tuttavia quella gru, così rodata, è capace di alzare senza problemi. Il mistero da sciogliere per chi indaga è proprio cosa sia accaduto subito dopo che il braccio meccanico del mezzo pesante inizia a sollevarsi. Bedini, nell’abitacolo della gru, si accorge che qualcosa non quadra. Al momento si esclude un guasto al mezzo meccanico, gli inquirenti sembrano propendere per l’ipotesi di un improvviso sbilanciamento di peso dettato forse da qualche movimento del blocco: cosa sia stato a causarlo, comunque, resta per adesso avvolto nel mistero.

Quel che è certo è che l’81enne, accorgendosi che la gru si inclina di lato, cerca di uscire dall’abitacolo e di allontanarsi. Un tentativo disperato, e forse anche fatale per lui: uscire dalla cabina infatti fa sì che la gru, crollando sul fianco, lo travolga. Schiacciandolo al suolo senza lasciargli scampo.

Le indagini

La Procura di Massa-Carrara ha immediatamente aperto d’ufficio un fascicolo d’inchiesta per fare chiarezza sull’accaduto (il pubblico ministero incaricato delle indagini è il sostituto procuratore Marco Mansi). Il corpo di Bedini – estratto grazie ai vigili del fuoco che sono intervenuti con una gru per sollevare il mezzo che lo schiacciava al suolo – è stato trasportato all’obitorio di Carrara ed è attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sotto sequestro anche la gru.

Le reazioni

Sul posto presente anche la sindaca di Carrara Serena Arrighi, insieme all’assessore Carlo Orlandi, per portare la propria vicinanza alla figlia dell’81enne. «A nome di tutta la città desidero fare le condoglianze ai familiari e ai colleghi di Giorgio Bedini. Questo incidente è una ferita aperta per tutta la comunità. Non si può morire sul lavoro, non si può morire di lavoro e tutti, a cominciare dalle istituzioni, dobbiamo fare il possibile per evitare certe tragedie».

Immediate le reazioni dei sindacati. «Non è possibile lavorare senza il rispetto delle minime condizioni di sicurezza – commenta il segretario della Cgil Massa–Carrara Nicola Del Vecchio – la lavorazione, e quindi la movimentazione dei blocchi, per essere fatta in sicurezza servono almeno due persone. Da solo, e a quell’età, non è accettabile che si possa continuare a usare questo tipo di mezzi». «Inaccettabile – tuonano Paolo Capone e Giuseppe Dominici, rispettivamente segretario generale e regionale dell’Ugl – servono controlli più stringenti: la sicurezza deve essere una priorità assoluta».  

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