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Carrara, ecco altri tre ricorsi dal pianeta lapideo

Uno scorcio delle cave
Uno scorcio delle cave

Continua il contenzioso sull’articolo 21, relativo ai progetti per la città. L’ex presidente di Assindustria alla sindaca: «Nessuna risposta alla mia richiesta di incontro»

27 luglio 2024
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CARRARA. Si complica la strada dell’articolo 21 del regolamento degli agri marmiferi, quello relativo ai progetti per la città. Sono altri tre, come segnalato dalla Lega, i ricorsi: nel mirino, a quanto risulta, l’obbligo di gestire quali stazioni appaltanti la realizzazione di opere sostanzialmente pubbliche, il che comporta oneri e competenze che le aziende abitualmente non hanno.
Come scritto più volte, la stessa sindaca per altro aveva chiesto alla Corte dei Conti se era possibile incentivare i dipendenti pubblici, in previsione del super lavoro nel caso che le aziende non fossero state in grado di gestire le gare, e la Corte dei Conti aveva dato l’ok.
Il dialogo chiesto da un gruppo di società importanti, e al quale la sindaca ha dato la disponibilità, lascia ben sperare che alla fine una soluzione condivisa si trovi, perché alcuni progetti sono attesi (come le nuove aule al Liceo delle scienze umani) e quelle risorse (25,6 milioni) potrebbero fare da volano per un ulteriore scatto della città, che già risente favorevolmente dei lavori del Pnrr (il primo risultato, la nuova passeggiata del porto con inaugurazione il 10 agosto, lavori a cura dell’Autorità Portuale).
Nel botta e risposta con le imprese, torna a intervenire l’ex presidente di Assindustria Erich Lucchetti, che con le sue aziende ha firmato il primo ricorso (il progetto presentato è relativo all’ex mercato di Avenza), che osserva: «Rileggo altre dichiarazioni dell’ing. Arrighi a me indirizzate  – scrive fra l’altro Lucchetti – e mi trovo di nuovo costretto ad intervenire, per chiarire quanto le dichiarazioni pubbliche rese alla stampa dall’Ing. Serena Arrighi continuino a non corrispondere alla verità. Mi sia consentito dire che il tentativo dell’Ing. Arrighi, invero persino commovente e per il quale esprimo umana comprensione, di rimediare alla gravità e alla illiceità delle proprie precedenti dichiarazioni, sia destinato ancora irrimediabilmente a crollare davanti alla verità dei fatti». E ribadisce: «A fronte di richiesta scritta di un incontro inviata dalle mie aziende per evitare il ricorso al Tar contro un provvedimento che viola l’Articolo 21, l’Ing. Arrighi non ha fornito risposta né ha dato disponibilità all’incontro, sia prima sia dopo che scadesse il termine perentorio di impugnazione. Le imprese del marmo, non solo quelle da me amministrate, ma tutte o gran parte, vogliono versare al Comune di Carrara senza alcun ritardo le somme previste per l’esecuzione delle opere dell’Articolo 21; se ciò venisse consentito, il Comune di Carrara avrebbe in cassa milioni di euro per le opere dell’Articolo 21 o per qualunque altra opera pubblica intendesse eseguire a beneficio della collettività: rifacimento del teatro Verdi, ripristino dello stadio di Carrara (dopo il grande trionfo della Serie B), recupero del centro storico di Avenza, interventi indifferibili nei paesi a monte, costruzione di una palazzetto dello Sport, recupero del verde pubblico, interventi straordinari di pulizia e decoro urbano. Le Imprese vogliono adempiere e se il Sindaco accettasse i soldi previsti dall’articolo 21, il Comune potrebbe realizzare le opere pubbliche senza ritardi! Dunque, se vi saranno ritardi nell’esecuzione delle opere che stanno giustamente a cuore della collettività, sarà solo colpa delle scelte dell’Amministrazione, perché i lavori potrebbero partire al più presto, se ci fosse consentito di adempiere come pattuito».
E conclude: «Mi pare sia tutto chiaro, i cittadini hanno ogni elemento di riflessione utile per comprendere la situazione. Ritengo che la politica debba essere prerogativa esclusiva di coloro che hanno esperienza amministrativa e capacità politica ed istituzionale, non di chi, come il sottoscritto, si è sempre dedicato unicamente all’attività di imprenditore, sebbene non nel settore dell’informatica».
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