Lucchese, è il giorno dell’incontro decisivo: dalla panchina alla dirigenza, tutte le ipotesi
Il punto focale riguarda la mancata chiarezza e trasparenza dell’ad Lo Faso. La squadra è con Gorgone ma se il tecnico lascia c’è l’ipotesi Favarin
LUCCA. Serve tempo per risolvere quel pasticciaccio brutto legato alla panchina rossonera. Una situazione kafkiana che denota, se ancora qualcuno tra gli sportivi non se ne fosse accorto, l’assenza assoluta di una società degna di questo nome con una squadra che si attacca come un naufrago sullo scoglio alle uniche due figure che da agosto a oggi hanno portato avanti la baracca: il tecnico Giorgio Gorgone e il diesse Claudio Ferrarese. L’incontro chiarificatore che qualcuno aveva pensato potesse tenersi nella giornata di ieri in realtà non c’è stato. Si sono sentiti un paio di volte in call senza prendere decisioni. Il mister rossonero è a casa, nella sua Bergamo, e l’amministratore delegato arriverà a Lucca, con il suo fedele trolley da viaggio, direttamente dalla Sicilia. Ergo: l’appuntamento è per la tarda mattinata di martedì 19 novembre. E l’allenamento, con ogni probabilità, sarà diretto dal vice Emiliano Testini in attesa di una fumata (bianca o nera).
Posizioni (forse) inconciliabili
La domanda sorge spontanea: la frattura tra l’ad Ray Lo Faso e il mister Giorgio Gorgone è o meno sanabile visto che la squadra e il direttore sportivo sono tutti con l’allenatore? Il punto focale riguarda la mancata chiarezza e trasparenza del massimo dirigente che ha nascosto a una tifoseria, a cui evidentemente piace sognare e che non conosce l’antico detto cinese “quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”, sia il budget impiegato (1,7 milioni) sia la reale forza dell’organico facendo credere in estate che fosse stata allestita una squadra in grado di competere per un posto al sole in chiave playoff anziché, come più volte fatto notare inascoltato dal tecnico, si dovesse pensare esclusivamente a una salvezza anticipata. Eppure la lettura non è difficile: perché Tiritiello e Benassai, due pilastri difensivi, sono stati lasciati partire senza colpo ferire e non sono stati rimpiazzati adeguatamente? Perché un under con oltre 35 presenze lo scorso anno in rossonero come Cangianiello ha preferito andare al Sorrento? Perché Cangiano, Tonin, Magrassi, Martic, Demirovic e altri giocatori non sono approdati alla Lucchese e hanno preferito non solo Pescara e Cittadella ma persino Legnago? Da agosto a novembre il tecnico romano ha svolto un ruolo di parafulmine. Tutte le colpe del cattivo andamento della squadra ricadevano su di lui con insulti spesso gratuiti e ingenerosi senza che i tifosi comprendessero che in realtà i problemi erano altri e riguardano pure mancati pagamenti extracontrattuali. Dopo il 5-0 subito dalla Ternana – la formazione con il budget più alto – per il bene della squadra che, ripetiamo sino allo sfinimento è con e non contro il tecnico, Gorgone con grande dispiacere ha fatto un passo indietro pensando in quel modo, forte dell’appoggio del diesse e dei calciatori, in un intervento chiarificatore dell’attuale massimo dirigente. Che invece, attraverso due note stampa, si preoccupa della formalizzazione delle dimissioni del mister per sapere se risparmia i soldi dell’ingaggio. Denaro che, conoscendo la rettitudine dell’allenatore, non ha mai messo al primo posto scegliendo di restare per la parola data in estate al presidente Bulgarella e al suo progetto nonostante che, un mese e mezzo fa, facendosi licenziare avrebbe trovato almeno due club di C1 (l’Ascoli e un formazione del girone Nord) disposti a riassumerlo subito visto che, dallo scorso anno, la Federazione consente ai tecnici esonerati entro il 20 dicembre (ad esclusione dei dimissionari) di trovare un’altra panchina. Proprio l’atteggiamento dell’ad, che non ha speso una parola per l’allenatore, ha provocato la rottura.
Le ipotesi in campo
Quindi le ipotesi in campo sono due: si sancisce l’addio a Gorgone, con tutto ciò che comporta, e la squadra viene affidata al traghettatore Testini, che conosce la squadra, almeno per il match-spareggio con il Pontedera (lunedì 25 novembre ore 20,30 stadio Porta Elisa) per poi dare mandato al direttore sportivo, che vuol andare avanti con l’attuale allenatore, di cercare un nuovo tecnico oppure si conferma con convinzione Gorgone e in una conferenza stampa si racconta tutta la verità senza infingimenti. A meno che non si voglia adottare una soluzione, mai vista da queste latitudine ma in voga in serie C, che dilazione la tempistica. L’invio di un certificato medico con validità sette giorni soluzione già adottata da Capuano e Gautieri a Taranto. Francamente non crediamo che il trainer romano accetti questo pasticciato compromesso.
Favarin come Andreotti
I social lo invocano e lui è pronto al rientro in pista. Giancarlo Favarin, classe 1958, due anni fa al Tau e l’anno scorso al Livorno, è amato dalla piazza per la doppia promozione (dalla D alla C1, 2008-09, 2009-10) e dalla sua Arena Metato attende una chiamata per sbarcare al Porta Elisa. Un nome che non scalda il ds Ferrarese che fa di tutto per convincere Gorgone a restare e che, di fronte a un rifiuto dell’attuale allenatore, batterebbe altre piste. Resta da capire cosa ne pensa Ray Lo Faso che con l’arrivo del navigato trainer firmerebbe una tregua con parte della tifoseria.
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