Il Tirreno

Lucca

Lucca: migliaia di docenti vincono la causa, ma lo Stato non paga

di Luca Cinotti

	Un’aula scolastica (foto di archivio)
Un’aula scolastica (foto di archivio)

Il Ministero non ha corrisposto ai precari i soldi della “carta docente”. E ora si preannunciano altre cause giudiziarie

19 aprile 2024
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LUCCA. Il danno e poi la beffa. Doppia, per giunta. Perché non solo migliaia di docenti non hanno ricevuti soldi che sarebbero loro spettati: ora che un giudice ha disposto il risarcimento, il ministero dell’Istruzione e del merito si guarda bene dal pagare. E così a maestri e professori non resta che dare il via a una nuova azione legale.

È lo sgradevole tempo supplementare di una vicenda che va avanti ormai da anni. In sostanza, a lungo ai docenti precari, ma assunti con contratti di docenza annuali, è stata negata la corresponsione della cosiddetta “carta docente”, introdotta con la riforma della Buona scuola del Governo Renzi. In sostanza, si tratta di un bonus di 500 euro all’anno che i docenti possono utilizzare per l’acquisto di libri, testi e riviste, computer e strumenti informatici e permettere l’iscrizione a corsi o attività di aggiornamento e di qualificazione professionale.

Il punto è che l’interpretazione sul quale il ministero è stato sempre irremovibile prevede che la carta del docente vada soltanto a chi gode di un contratto di ruolo. Il resto, l’esercito dei precari delle cattedre, è quindi destinato a rimanere scoperto (con un bel risparmio per le casse dello stesso ministero) .

Una disparità di trattamento che ha fatto partire migliaia di cause in Italia, in Toscana e in provincia di Lucca. Tutte terminate con provvedimenti fotocopia: i giudici del lavoro hanno stabilito che il bonus spetta anche ai precari, disponendo il pagamento delle annualità arretrate. Che possono arrivare anche a cinque anni, per un totale di 2.500 euro: cifre, dunque, tutt’altro che disprezzabili.

Il lieto fine, però, sta solo nelle fiabe. E infatti il ministero si è guardato bene dall’aprire il portafoglio e dare ai docenti quanto loro stabilito. «Semplicemente – spiega Antonio Mercuri, segretario provinciale della Flc Cgil – non hanno mai pagato un euro».

Un comportamento che solo in provincia di Lucca riguarda più di mille persone: 300 sono solo i casi con sentenza positiva seguiti dalla Cgil, ai quali vanno aggiunti quelli tutelati da altri sindacati. Inoltre, in Tribunale pende ancora qualche centinaio di ricorsi per i quali ancora non è stata pronunciata la sentenza.

Per questi motivi i tribunali amministrativi in tutta Italia hanno ricevuto una serie di ricorsi per “costringere” il ministero a pagare.

Ricorsi tutti accolti e che hanno dato tempo 60 giorni all’amministrazione centrale per mettersi in regola, pena la nomina di un commissario ad acta (in Toscana generalmente indicato nel prefetto della provincia di residenza del docente) .


 

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