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Picchi Calcio, la versione di Uappala: «L’iscrizione non dipende da noi, ecco perché»

di Alessandro Bernini
Picchi Calcio, la versione di Uappala: «L’iscrizione non dipende da noi, ecco perché»

Peiani e Piagneri spiegano la situazione: «La matricola è sempre dei vecchi soci e senza il loro ok non si possono fare i campionati. Dobbiamo metterci a un tavolo»

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LIVORNO. Al tavolo di Uappala sono seduti il fondatore e patron Mirco Peiani e il direttore finanziario Leonardo Piagneri. Parlano all’unisono. Il problema sono le altre sedie vuote.

Il futuro del Picchi si gioca tutto nelle prossime ore, entro giovedì va formalizzata l’iscrizione. Una corsa contro il tempo.

L’iscrizione

Partiamo dal nocciolo della questione. Riuscirà il Picchi ad iscriversi? A salvare la prima squadra ma soprattutto il settore giovanile e la scuola calcio? Peiani e Piagneri mostrano i documenti: «La verità è che noi purtroppo non possiamo fare nessuna iscrizione perché questa spetta da regolamento ai possessori della matricola Armando Picchi srl, che è in mano ancora ai vecchi soci. Abbiamo chiesto che ci venga concessa in modo da poter iscrivere tutte le squadre ma ci è stato detto di no, per cui siamo con le mani completamente legate».

Il retroscena e Esciua

I rumors parlano di un accordo già sottoscritto tra i vecchi soci e Esciua che però conta poco o nulla ai fini della iscrizione perché oggi l’Armando Picchi Srl (i vecchi soci) non hanno il campo (che è di Uappala).

Piagneri e Peiani spiegano: «Sì, tutti dicono e tutti parlano di questo accordo, ma da noi non è venuto nessuno. Avevamo un incontro 10 giorni fa con Esciua che non si è presentato, stamani (ieri, ndr) avevamo un appuntamento con Mosseri e Laudicino alle 9, e alle 8,35 ci hanno avvertiti che non si potevano presentare per un contrattempo. Perché tutto questo? Qualche settimana fa Esciua, quando giravano voci sul gruppo Locatelli, disse: “nessuno è venuto a farmi una proposta”. Bene, adesso siamo noi a dire che nessuno del Livorno si è mai fatto avanti per una proposta».

Il giorno dell’asta

Oggi il centro sportivo del Picchi (di cui Uappala ha solo l’affitto) andrà all’asta per 1,6 milioni di euro, con offerta minima di 1,2. Ma tutto lascia pensare che andrà deserta, non ci risulta che Esciua abbia intenzione di aggiudicarselo in questo modo.

«Uappala si sta comportando in modo estremamente corretto. Siamo consapevoli che, in caso di aggiudicazione del centro all’asta, noi saremmo costretti ad andare via perché il contratto d’affitto decade. Ma non abbiamo alcuna intenzione di intralciare questa asta».

Quale futuro

E dunque cosa può succedere adesso? Peiani e Piagneri provano a tendere la mano. «Bisogna mettersi a un tavolo e trovare una soluzione, tutti insieme, per il bene dei ragazzi. Noi abbiamo salvato una società che non poteva andare avanti e investito 200 mila euro sulla struttura. Oggi saremmo di nuovo pronti a iscrivere tutte le squadre, dalla Promozione alle giovanili: la differenza è che lo scorso anno ci venne concessa la matricola dai vecchi soci anche se tutti i costi di iscrizione, campionato e altro li abbiamo sostenuti noi, mentre oggi non ci è stata concessa, per cui tecnicamente non possiamo iscriverci. Come Uappala non facciamo la guerra a nessuno, anzi, siamo anche disposti a dare gratuitamente a chi farà l’iscrizione il campo a 11 sintetico, uno spogliatoio e un ufficio per la segreteria. E ai vecchi soci abbiamo già dato l’ organigramma tecnico con staff e giocatori. Ma serve un incontro, rapido, immediato, con chi ha la matricola per consentire a tutte le categorie dell’Armando Picchi di continuare».

Peiani e Piagneri concludono: «Noi non abbiamo messo i bastoni tre le ruote a nessuno, non ci siamo impuntati con nessuno. Ma è bene che tutti capiscano che qui non devono esserci nè vincitori nè vinti, qui va solo salvaguardata la possibilità dei ragazzi di fare sport».


 

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