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«Livorno, devi vincerle tutte». La carica di Neri, l’ex nostalgico

di Alessandro Lazzerini
Francesco Neri con la maglia amaranto (foto Silvi)
Francesco Neri con la maglia amaranto (foto Silvi)

Sabato con la maglia del San Donato ha colpito il palo e fatto tremare gli amaranto. «Il mio sogno è indossare di nuovo questi colori. Primo posto? Dura recuperare 5 punti»

27 marzo 2024
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LIVORNO. Quando un livornese affronta il Livorno non è mai un incrocio banale. Tanto più se ha anche indossato la maglia amaranto e avrebbe voluto difenderla almeno per una stagione in più. Domenica scorsa Francesco Neri ha fatto tremare i pochi presenti al Picchi e i tanti tifosi connessi tra tablet e cellulari quando sull’1-0 ha colpito il palo. Qualche centimetro più a destra e per il Livorno sarebbero stati dolori. Sfortuna per lui, fortuna per Facchetti e compagni che sia andata così. «Fa parte del gioco – esordisce l’attaccante classe 1996 –. Lì per lì quando la palla ha colpito il palo non volevo crederci. Era una partita in cui ci tenevo particolarmente a far bene e quel tiro era l’occasione giusta per segnare. È andata così e una volta finita la partita l’ho cancellato dalla mente».

Com’è stato giocare contro il Livorno?

«Fa sempre un bell’effetto. Anche all’andata per me era stata un’occasione speciale. Poi ho ritrovato alcuni ex compagni, tanti amici e fa sempre piacere confrontarsi contro squadre forti».

Peccato per l’assenza del pubblico.

«Non me lo dica, guardi. Era la partita che aspettavo fin dal giorno in cui sono usciti i calendari se non addirittura i gironi. Due settimane fa dentro di me speravo nella vittoria del Livorno a Gavorrano, sia per il risultato degli amaranto, sia per giocare davanti a una cornice di pubblico da altra categoria. Invece sconfitta del Livorno e squalifica del campo, incredibile».

Sfortuna vera.

«Esatto. Mi sarebbe piaciuto riprovare quella sensazione di giocare davanti a un pubblico come quello del Livorno. Da dicembre 2022 per colpa dell’infortunio non ero più potuto scendere in campo e l’unica presenza del girone di ritorno la feci ai playoff ma eravamo in trasferta».

Che partita è stata quella di sabato scorso?

«Un confronto non spettacolare, soprattutto nel primo tempo, giocato a ritmi bassi e con la tattica che l’ha fatta da padrona. Dopo il vantaggio loro, noi ci siamo spinti in avanti e con le distanze che aumentavano la partita ha preso ritmo. Ci è mancato il gol del pari, poi nel finale giocandoci il tutto per tutto ci stava di prestare il fianco ai contropiedi amaranto».

Un Livorno che ha vinto, ma non ha convinto. Cosa manca agli amaranto?

«Nell’arco dei novanta minuti è mancata un po’ di continuità, è stata una partita fatta di alti e bassi con momenti migliori di una e di un’altra. Noi ci chiudevamo bene dietro e per il Livorno non era facile trovare i varchi giusti. Dopo il gol si erano abbassati tanto, ma a noi è mancato il guizzo vincente e anche un pochino di fortuna».

Sabato ha fatto una buona prestazione, un giorno sogna di tornare in amaranto?

«L’ho sempre detto. Per me, da livornese, non c’è destinazione più gradita del Livorno. Mi piacerebbe avere una seconda chance dopo che l’infortunio non mi permise di giocare tutto il girone di ritorno dello scorso anno. La società ha fatto scelte diverse e le rispetto. In futuro chissà».

E questo campionato chi l’ho vince?

«Dura da dire. Ho sempre reputato Livorno e Grosseto una spanna sopra le altre. Non mi aspettavo questo cammino da parte di Pianese e Gavorrano, pensavo calassero alla distanza. I rossoblù a San Giovanni, contro una delle migliori formazioni del girone di ritorno, hanno dato un segnale notevole e recuperare cinque punti di qui alla fine non è facile. Se sono davanti è perché sono stati i più costanti».

Il Livorno ora può solo vincere.

«Esatto. Gli amaranto hanno un calendario favorevole e già da Cenaia devono portare a casa i tre punti. L’unico obiettivo può essere quello di fare 18 punti e sperare».


 

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