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Livorno, assalta la trattoria "Al Pallaio": arrestato un livornese di 44 anni - Chi è

di Stefano Taglione
L'interno della trattoria "Al Pallaio" di via del Corona
L'interno della trattoria "Al Pallaio" di via del Corona

Fermato dalla polizia nel ristorante in quel momento chiuso per lutto e trasferito in carcere per tentata rapina impropria, visto che ha aggredito un agente, poi finito in ospedale. Il titolare Antonio Scardino: «L'ho visto sul cellulare dall'app e ho chiamato il 112. Negli ultimi giorni mi avevano rubato parmigiano e prosciutto, stavolta ha avuto il tempo di addentare un salame e della cioccolata»

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LIVORNO. Lo hanno sorpreso nel ristorante prima che potesse anche solo pensare di scappare con qualcosa addosso, dato che era riuscito solamente ad addentare un pezzo di salame e una barretta di cioccolato. Poi, dopo aver aggredito un poliziotto che tentava di fermarlo, è stato arrestato per tentata rapina impropria.

È finito in manette grazie a un rapidissimo intervento della Squadra volante della polizia di Stato, diretta dal commissario capo Gabriele Nasca, il quarantaquattrenne livornese Andrea Pannocchia. Il blitz è scattato poco dopo le 23 di martedì 4 novembre nella storica trattoria “Al Pallaio”, che la scorsa estate ha festeggiato 20 anni, in via Pio Alberto del Corona, vicino viale Carducci e via Sproni, due giorni fa chiusa per lutto. La velocità di arrivo degli agenti dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico si deve all’abilità del gestore, Antonio Scardino, che da casa grazie all’allarme telematico ha visto la sagoma di un ladro nella sua attività dall’impianto di sorveglianza installato e collegato a un’applicazione del telefonino. Non ha perso tempo, ha chiamato il 112 e dalla caserma “Vittorio Labate” di viale Boccaccio i poliziotti sono arrivati in via del Corona sorprendendo Pannocchia ancora all’interno.

Pannocchia – difeso dall’avvocato Luciano Picchi e da poco liberato dagli arresti domiciliari che stava scontando per altre vicende – addosso non aveva nulla, quindi pur avendo forzato uno degli ingressi non era ancora materialmente entrato in azione. Un agente della questura, il primo che ha cercato di bloccarlo, è rimasto lievemente ferito ed è stato poi accompagnato al pronto soccorso, dal quale è stato dimesso con due giorni di prognosi, periodo durante il quale non potrà lavorare. Per questo l’indagine – coordinata dal sostituto procuratore Niccolò Volpe, che per l’uomo ha disposto l’arresto in flagranza di reato e la custodia cautelare in carcere in attesa dell’udienza di convalida che dovrebbe tenersi oggi o domani alle Sughere – si è aperta per rapina impropria: Pannocchia avrebbe infatti aggredito l’agente per guadagnarsi l’impunità, nel tentativo di far perdere le sue tracce dopo essere stato sorpreso appunto nel locale.

«Per fortuna, mentre ero a casa, io e mio figlio ci siamo accorti di quanto stava accadendo, chiamando le forze dell’ordine – racconta Scardino – e lo abbiamo fatto arrestare. Sicuramente in città ci vorrebbe un maggiore controllo, lo auspico». Negli ultimi dieci giorni – secondo quanto ricostruito dal gestore del ristorante – erano già avvenuti altri furti: «Mi hanno rubato prosciutti, casse di vino e perfino una forma di parmigiano. Un paio di anni fa, invece, una banda di cittadini rumeni, poi fermata fece irruzione nel mio locale almeno sette-otto volte. In questo caso, invece, il responsabile è italiano: so che aveva fame e francamente mi ha fatto anche un po’ pena. Penso che ci tenesse d’occhio, perché raramente il martedì siamo chiusi – conclude Scardino – ed è entrato proprio nella serata in cui appunto non effettuavamo il nostro normale servizio».

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