Livorno, danni e mutilazioni al seno e ai genitali dopo l’intervento del chirurgo estetico: condannato il medico
Dovrà risarcire per 76mila euro una donna livornese all’epoca 33enne. L’avvocata della vittima: «Per la mia cliente un calvario che va avanti da 11 anni»
LIVORNO. Un risarcimento di 76.681,75 euro dopo un errato intervento di chirurgia estetica (mastoplastica additiva e labioplastica) effettuato nel 2013 in una clinica di Prato, ora fallita, per una «lieve asimmetria dei seni, la liposuzione e il lipofilling agli arti inferiori e ai glutei, nonché la plastica riduttiva delle piccole labbra vulvari».
Questa la sentenza del tribunale civile di Livorno, con il giudice Giulio Scaramuzzino, dopo la causa intentata da una donna livornese, che all’epoca dei fatti aveva 33 anni, nei confronti di un chirurgo estetico di Carrara, il sessantottenne Roberto Bertoloni, condannato in primo grado anche a pagarle circa 15mila euro di spese di giudizio.
L’intervento
La donna, nel gennaio di 11 anni fa, si era sottoposta a un’operazione ai seni e all’apparato genitale. «Voleva correggere un lieve difetto vulvare consistente in un piccolo labbro (quello destro) più lungo rispetto all’altro di circa un centimetro – si legge nella relazione del collegio dei consulenti tecnici d’ufficio –. L’intervento eseguito ha portato a un ben altro risultato, infatti il piccolo labbro di sinistra (quello di lunghezza originariamente normale) è inesistente. Il piccolo labbro di destra (quello più lungo e che si sarebbe dovuto accorciare) è rudimentale e saldato al grande labbro... Vi è stata una mutilazione delle strutture».
Sul seno, invece, «le protesi hanno subìto uno spostamento laterale, molto più evidente a destra e che peggiora in maniera importante facendo contrarre alla paziente i muscoli pettorali».
«Il caso – è il giudizio dei medici – non presentava speciali difficoltà per un chirurgo estetico di media preparazione ed esperienza. Pertanto, alla luce delle conclusioni dei consulenti, va ritenuto pienamente provato il nesso di causa tra interventi chirurgici e pregiudizi patiti da un lato, mentre d’altro canto è emerso chiaramente che il medico operante non si è attenuto alle legis artis».
Le conseguenze
Secondo quanto testimoniato dalla quarantaquattrenne, assistita dall’avvocata Elena Saftich, la sua convalescenza post-intervento è stata «negativa e caratterizzata da problemi di cicatrizzazione, gonfiore, perdita di sensibilità», sia ai seni che all’organo genitale. «L'intervento effettuato alle piccole labbra – si legge inoltre nella sentenza – sarebbe stato diverso rispetto a quello che doveva essere eseguito e avrebbe comportato esiti invalidanti, nonché grosse difficoltà nella sfera sessuale mentre per quanto riguarda la mastoplastica additiva nei mesi successivi all’intervento sarebbe emersa una notevole asimmetria tra i seni».
Parla l’avvocata
Bertoloni, contattato dal Tirreno sul numero di telefono riportato online per ricevere gli appuntamenti, ha scelto la linea del silenzio. Soddisfatta invece la legale della vittima: «La pronuncia ha dato giustizia alla signora – le sue parole – riconoscendo la gravità del comportamento professionale del dottor Bertoloni, che in un tipo di intervento di carattere routinario non è riuscito a garantire il risultato che, nell’ambito di un’operazione estetica, è ciò che si va a cercare. Il medico non ha riconosciuto la sua responsabilità, costringendo la mia assistita a un calvario di 11 anni. La signora, a tutt’oggi, presenta dei danni conseguenti l’intervento di chirurgia plastica, che non sono – quanto al danno conseguente la labioplastica – puramente di carattere estetico».
La legale aggiunte: «A causa degli elevati costi che ciò richiederebbe, la mia assistita, non ha ancora potuto porre rimedio al danno, nonostante le inevitabili ripercussioni psicologiche. Ora – conclude Saftich – essendoci una sentenza di primo grado, con i tre diversi medici del collegio dei consulenti tecnici d’ufficio (un ginecologo, un chirurgo estetico e un medico legale) che hanno riconosciuto l’errato intervento e la mancata sottoscrizione del modulo del consenso informato relativamente all’intervento di labioplastica, provvederemo a mettere in esecuzione la sentenza. Stante l’avvenuto fallimento della clinica, inoltre, è stata costretta a rinunciare alla richiesta di risarcimento nei confronti della struttura». l
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