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La tragedia

Livorno, barman muore a 39 anni. Il padre è stato un grande portiere amaranto

di Stefano Taglione

	Jonathan Baldini, a destra piccolo con Maradona
Jonathan Baldini, a destra piccolo con Maradona

L’uomo lascia tre figli. Il ricordo del fratello: «Una settimana fa mi ha fatto da testimone di nozze. Ci teneva moltissimo alla foto con Maradona»

20 ottobre 2024
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LIVORNO. Appena una settimana fa aveva fatto da testimone al matrimonio del fratello Nicholas: «Mi ha voluto fare quest’ultimo regalo, essendo presente, incoraggiandomi anche a partire per il viaggio di nozze. Ma dovevo stargli vicino». Ieri mattina, purtroppo, è morto a causa delle conseguenze di un tumore. Livorno piange il trentanovenne Jonathan Baldini, padre di tre splendide bambine di quattro, sei e otto anni, barman ed ex portiere delle giovanili del grande Carli del compianto mister Enrico Tampucci e del Labrone, fino ad arrivare nella prima squadra del Volterra.

La foto con Maradona

Giocava fra i pali Jonathan, come il padre Alessandro, simbolo amaranto che ha difeso i nostri colori anche contro il grandissimo Napoli di Diego Armando Maradona, nella Coppa Italia del 1988, fra l’altro scattandosi una foto ricordo proprio con “El Pibe de Oro” e un Jonathan ancora piccolissimo fra le braccia. Baldini, purtroppo morto ad appena 46 anni di cancro, insieme a Igor Protti e a Massimiliano Allegri nell’87 aveva vinto la Coppa Italia di Serie C. Un drammatico destino, quello di Jonathan, scomparso come l’amato padre. «Alla foto con Maradona – ricorda il fratello Nicholas – teneva moltissimo. Come teneva tantissimo allo sport: a lui devo tutto, non è stato solo un fratello, anche un padre per me. Mi ha incoraggiato ad andare avanti e se nel calcio ho raggiunto questi livelli molto del merito è suo». Nicholas, di ruolo terzino, ha giocato nell’Armando Picchi, nell’Acciaiolo e nel Vada. «Teneva pure molto allo sport delle figlie, bravissime nel nuoto e nella ginnastica», prosegue il fratello.

Chi era Jonathan

Il trentanovenne abitava in centro, in via della Madonna. Oltre alle figlie lascia la moglie Thais Bronzeri, avvocata brasiliana. A lungo, Jonathan, aveva abitato proprio in Sudamerica. Per poi tornare a Livorno. In passato ha lavorato come corriere espresso, ma si era soprattutto specializzato e distinto come barman, facendo le stagioni turistiche un po’ ovunque, anche a Sankt Moritz, in Svizzera.

I familiari

«Non ho mai visto un padre amorevole come lui», così lo ricorda ancora il fratello Nicholas. «Una persona amata da tutti, è stato un grande guerriero nell’affrontare la malattia – le parole della madre Deborah Vitelli – perché la stava combattendo da quattro anni. Era inoltre un babbo meraviglioso». «Una persona stupenda – aggiunge la moglie Thais – che a Livorno era conosciuta da tutti». I familiari, da ieri mattina, sono stati letteralmente sommersi dall’affetto dei tanti amici di “Doddo” – questo il soprannome che il fratello Nicholas aveva dato a Jonathan – alle salette della Svs fuori dal cimitero dei Lupi, dov’è stata allestita la camera ardente. Domani (lunedì 21), alle 11, a cura delle stesse onoranze funebri della Pubblica assistenza labronica verrà celebrato il funerale, poi la cremazione.

Il ricordo dell’amico

Il personal trainer e atleta Michael Simonini era un amico di infanzia di “Doddo”. Insieme avevano perfino giocato a calcio nel Carli. «Era un super appassionato di pallone, amava anche i cani, in particolare i pit bull – ricorda lo sportivo livornese –. Lo ricordo come un bravo babbo, un ottimo portiere, un grande ragazzo, sempre sorridente e disponibile. All’epoca del Carli del compianto mister Enrico Tampucci eravamo una squadra portentosa, vincevamo tutte le partite, lui era veramente un fortissimo portiere, aveva preso esempio dal padre. La sua scomparsa mi ha spezzato il cuore». 

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