La tragedia
A Rotterdam si parla (anche) del porto di Livorno
Sette porti al centro dell’incontro della Commissione dell’Unione Europea: oltre allo scalo labronico riflettori su Genova, Venezia, Amburgo, Amsterdam, Anversa e Rotterdam
LIVORNO. Prestigiosa vetrina internazionale per il porto di Livorno. Il 26 e 27 settembre a Rotterdam avrà luogo un convegno promosso dall’Università Tu-Delft, il più prestigioso ateneo dei Paesi Bassi, in collaborazione con la Commissione Europea e Port-city Futures, un progetto condotto attraverso la collaborazione tra le università Leiden-Delft-Erasmus, che studia le condizioni socio-spaziali in evoluzione, l’uso e la progettazione delle regioni delle città portuali, esplorando in particolare le aree in cui le attività portuali e cittadine si svolgono simultaneamente e talvolta in conflitto. Oltre allo scalo labronico, sotto i riflettori ci saranno quelli di Amburgo, Amsterdam, Anversa e, ovviamente, della padrona di casa Rotterdam. Per quanto riguarda l’Italia si parlerà anche di Genova e di Venezia.
Il tema
“Connecting Maritime-Urban Ecosystems”, questo il tema del convegno che punta ad avviare un confronto tra il mondo accademico, quello politico e gli addetti ai lavori sulle sfide dei massimi scali marittimi del continente europeo e delle città portuali. Nella “due-giorni” di Rotterdam si parlerà anche degli strumenti sviluppati dalle singole realtà e dai singoli enti portuali per rafforzare il rapporto con le diverse realtà locali. Tra gli interventi in programma, quello dell’ex assessore al porto, Barbara Bonciani, dal novembre 2023 vicepresidente di Rete Italia, l’associazione internazionale per la collaborazione tra i porti e le singole città.
Il commento
In una dichiarazione in merito al convegno del 26 e 27 settembre a Rotterdam ha dichiarato: «Abbiamo bisogno di comprendere, prendendo spunto anche da altre esperienze, come legare l'impatto del trasporto marittimo e delle moderne infrastrutture portuali alle esigenze delle nostre comunità locali sull’ambiente urbano, sui territori e sulle nostre società. Tale configurazione necessita di strategie e visioni più ampie sulla portualità capaci, da un lato di sviluppare una pianificazione infrastrutturale che tengano conto dei principi di equilibrio e compatibilità, dall’altro di programmare nuovi strumenti capaci di promuovere innovazione legata alle sfide energetiche e digitali. Ciò con la volontà di rafforzare la competitività dei porti e dei territori e promuovere coesione sociale».