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Livorno

L'analisi

Lorenzini & C: previsioni 2024 all’insegna della cautela

di Iacopo Simoncini

	Una veduta del porto di Livorno
Una veduta del porto di Livorno

Inizia un tour attraverso i maggiori utenti del Porto di Livorno. Con il Terminal Lorenzini si analizza la situazione generatasi sia nel periodo post-covid e sia in conseguenza degli ultimi sviluppi bellici, che hanno determinato anche la crisi nel Mar Rosso

23 aprile 2024
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LIVORNO. È un momento particolare nei porti italiani e, ovviamente, anche in quello di Livorno. La situazione internazionale, con i conflitti in corso nell’Europa Orientale e in Medio Oriente, si ripercuote inevitabilmente sui traffici marittimi, che trovano oltremodo difficoltà per quanto sta avvenendo nel Mar Rosso, diventato teatro di continui blitz contro le navi mercantili e in particolare le portacontainer.

Un momento che merita di essere attentamente vagliato anche per una verifica, sul campo, di quelle che possono essere le ripercussioni sul quotidiano, in particolare sugli scambi commerciali nel Mediterraneo. E questo quadro viene osservato quotidianamente e con la massima attenzione da tutti gli attori operanti sulla scena portuale livornese. La Lorenzini & C., operante dal 1979, è divenuta negli anni una delle realtà più importanti nel panorama portuale labronico.

Le aeree che ha a disposizione sono passate dai 1000 metri quadrati del 1985 agli attuali oltre 100 mila attuali, con un parco mezzi in continua evoluzione. Il terminal è dotato inoltre di due binari ferroviari interni di circa oltre 300 metri ciascuno. In merito alle prospettive riguardanti l’acquisizione di nuovi traffici, dalla Lorenzini fanno sapere che ci troviamo di fronte ad un momento molto complesso per lo shipping. «Le prospettive – spiegano - sono di massima incertezza a causa del contesto geopolitico internazionale che è caratterizzato da molti fronti aperti e da conseguenti problemi che impattano sulla logistica e sulle filiere del valore in molte zone del pianeta. Più che parlare di nuovi traffici, il 2024 è un anno in cui è importante mantenere lo status quo. Uno status quo al quale, peraltro, si è arrivati dopo il difficilissimo periodo del Covid. In tal senso, il 2023 è stato un anno di riorganizzazione. Il mondo dopo la pandemia è cambiato e sono cambiate anche alcune dinamiche. Sicuramente uno degli aspetti positivi è stato il consolidamento del traffico ferroviario, un segmento in continua crescita».

Si percepisce, palpabile, la preoccupazione per quanto sta avvenendo nel Mar Rosso. «Negli ultimi anni – riprendono - si è mostrata con molta evidenza, prima con la pandemia, poi con la crisi del Mar Rosso, l’importanza che ha una logistica efficiente, senza interruzioni. In un mercato globale di approvvigionamenti e di scambi commerciali, ogni interferenza sulla catena logistica produce variazioni sui prezzi dei prodotti finali, rallentamenti sulle produzioni industriali e ripercussioni sulla bilancia degli scambi commerciali. I traffici si riorganizzano e i porti ne subiscono gli effetti. Effetti che a cascata investono poi le imprese ed i lavoratori. Il rapporto tra logistica, produzione e lavoro è il tema centrale delle future politiche europee che guardano alle infrastrutture, porti compresi, al near shoring o al reshoring. Quindi è assolutamente difficile parlare di previsioni per l’anno in corso quando ti trovi di fronte ad una situazione internazionale che si modifica di giorno in giorno. Visto quanto sta avvenendo, sarà fondamentale consolidare e mantenere i traffici e i numeri che si sono raggiunti nel 2023».

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