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Alla pista di pattinaggio piena di bambini parte Faccetta Nera dagli altoparlanti: scoppia la polemica
Il caso a Campobasso. Il gestore si scusa: «Partita per sbaglio da una playlist casuale»
Un episodio inatteso ha trasformato un momento di festa in un caso politico e culturale. Nel fine settimana del 13-14 dicembre, sulla pista di pattinaggio allestita davanti al Municipio di Campobasso, durante l’intrattenimento musicale natalizio è risuonata “Faccetta nera”, brano del 1935 legato alla propaganda fascista. La scena, ripresa da alcuni giovani presenti e diffusa sui social, ha rapidamente acceso le polemiche.
Il caso e la reazione dei presenti
La pista, promossa dall’amministrazione comunale per le festività, era affollata quando dagli altoparlanti è partita la canzone simbolo del Ventennio. La diffusione del brano in un contesto pubblico e istituzionale ha suscitato sconcerto e proteste, amplificate dalla viralità del video sui social network.
Le prime reazioni politiche
Tra i primi a commentare l’accaduto è stato Matteo Fallica, segretario del circolo cittadino di Sinistra Italiana, che ha definito l’episodio «gravissimo» per il valore storico e ideologico della canzone. La sua presa di posizione ha contribuito a portare la vicenda sul piano politico, sottolineando la delicatezza del contesto in cui è avvenuta la diffusione.
Le scuse del gestore e la posizione del Comune
Il gestore privato della pista ha affidato ai social un messaggio di scuse: «Siamo mortificati per l’accaduto, la canzone è uscita da una playlist di YouTube non voluta da noi e nella confusione non ce ne siamo accorti». Il Comune di Campobasso ha ribadito che l’episodio è «inaccettabile» e ha garantito che non si ripeterà. L’amministrazione ha spiegato che si sarebbe trattato di una riproduzione automatica da una playlist online, accompagnata dalle scuse formali del gestore rivolte sia all’ente sia alla cittadinanza.
Il significato storico del brano
“Faccetta nera” nacque nel 1935 come strumento di propaganda coloniale durante la guerra d’Etiopia. Il testo celebrava l’espansione imperialista italiana e divenne uno dei simboli musicali del regime fascista. Proprio per il suo valore ideologico, la diffusione del brano in contesti pubblici continua a generare polemiche e condanne, come accaduto a Campobasso.
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