Energia
Attacco Usa in Iran, «distrutti siti nucleari». Teheran: «La partita non è finita». Viminale: «Massima allerta su obiettivi sensibili»
Operazione “Martello di mezzanotte”: bombardati i siti di Isfahan, Natanz e Fordow. Il presidente Trump: «Spettacolare successo militare». Ma Teheran minimizza i danni
Gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco contro l’Iran, colpendo tre strutture nucleari. L’operazione è stata resa pubblica da Donald Trump attraverso un messaggio diffuso su Truth Social durante la notte (ora italiana, tra il 21 e 22 giugno), seguito da un intervento ufficiale dalla Casa Bianca.
Teheran ha confermato i bombardamenti contro i siti di Isfahan, Natanz e Fordow, segnando un’ulteriore escalation nel conflitto già in corso tra Israele e la Repubblica Islamica. Nonostante i raid, l’agenzia nucleare iraniana ha dichiarato che le proprie attività proseguiranno senza interruzioni. Trump, dal canto suo, ha avvertito l’Iran di non intraprendere azioni di ritorsione contro gli Stati Uniti.
La risposta iraniana non si è fatta attendere: all’alba sono stati lanciati missili verso Israele, e uno di questi ha colpito la città di Haifa, provocando danni materiali. La scelta di Trump di inserire direttamente gli Stati Uniti nel conflitto arriva dopo oltre una settimana di attacchi israeliani contro obiettivi iraniani, con l’obiettivo di neutralizzare le difese aeree e le capacità missilistiche offensive di Teheran, danneggiando al contempo le sue infrastrutture nucleari. Secondo fonti statunitensi e israeliane, i bombardieri stealth americani e le bombe penetranti da 13.500 chilogrammi – trasportabili solo da questi aerei – rappresentavano l’unica opzione concreta per colpire efficacemente le installazioni sotterranee e fortificate legate al programma nucleare iraniano.
Gli aggiornamenti di domenica 22 giugno (Qui il punto della situazione)