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L’operazione

Pesca di frodo a Follonica, il blitz all’alba: sequestrati oltre 4.500 ricci – La sanzione

di Redazione Grosseto
L'operazione della Guardia costiera
L'operazione della Guardia costiera

La Guardia costiera ha atteso fino al mattino: i pescatori si erano immersi più o meno alle 22 della sera precedente

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FOLLONICA. Nelle prime ore dell’alba della giornata di oggi, 6 novembre, personale della guardia costiera di Piombino e di Follonica ha effettuato un blitz con tanto di maxisequestro in località Pratoranieri diretto a contrastare la pesca illegale del riccio di mare.

«Pesca illegale»

Grazie a una mirata attività di intelligence sul territorio e a un’intensa e proficua collaborazione con cittadini amanti del mare, i militari hanno interrotto con efficacia un prolungato tentativo di pesca illegale iniziato prima della mezzanotte e terminato intorno alle 5 del mattino seguente, restituendo i preziosi “frutti di mare” al loro ecosistema naturale.

La ricostruzione

Nella fattispecie, gli operanti hanno atteso fino all’alba i pescatori abusivi – provenienti da fuori regione – che si erano immersi più o meno alle 22 della sera prima, per poi coglierli in flagranza mentre erano intenti a caricare le ceste in una macchina prima di fare rientro nel territorio di provenienza dove i ricci sarebbero stati successivamente venduti al mercato nero nel settore della ristorazione.

Una battuta organizzata e pianificata, che tuttavia non ha tenuto nel debito conto il livello di attenzione dei privati cittadini così come la prontezza del personale in divisa.

L’operazione: le multe

L’attività in questione (il blitz), che si inserisce in una più ampia, organica e complessa attività portata avanti negli ultimi anni, ha infatti consentito di sequestrare oltre 4mila 500 ricci di mare, i quali, in attuazione delle norme in materia di tutela delle risorse ittiche e della fauna marina, sono stati immediatamente rilasciati in mare; in zone non facilmente accessibili a eventuali malintenzionati. Sono state in totale comminate quattro sanzioni amministrative, per un ammontare di 6mila euro, per pesca di frodo.

«In relazione alla ripetitività del fenomeno, proseguirà senza soluzione di continuità, l’attività dei militari della Capitaneria di porto-guardia costiera a tutela delle risorse biologiche marine, del consumatore, della concorrenza economica leale e dello sfruttamento sostenibile della risorsa ittica», assicurano infine i militari. 

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