Il Tirreno

Grosseto

La tragedia

Manager di 58 anni morto al Giglio, gli esperti: «Ecco cosa l’ha ucciso»

di Pierluigi Sposato

	Il manager morto
Il manager morto

Depositata la bozza della consulenza disposta dal pm: l’uomo era in vacanza sull’isola

07 maggio 2024
2 MINUTI DI LETTURA





ISOLA DEL GIGLIO. Una ischemia venerdì 7 luglio, un’altra sabato 8, il giorno della morte. Due ischemie, l’ultima della quale fatale per Fabio Attilio Cairoli, 58 anni, top manager di Igt Global Lottery, morto all’Isola del Giglio dove era in vacanza l’anno scorso. Sarebbero state queste le cause della morte. Lo scrivono gli esperti del pm Carmine Nuzzo nella bozza della relazione da poco recapitata e che adesso sarà valutata dai consulenti delle parti in causa. Dopo l’autopsia, il pm aveva incaricato il professor Marco Di Paolo, il professor Lorenzo Ghadoni, e il professor Michele Edmin. Questi hanno messo nero su bianco in 140 pagine le proprie conclusioni: c’è la ricostruzione del fatto, ci sono gli esiti dell’autopsia, ci sono le foto, ci sono le analisi fatte in ospedale. Undici gli indagati.

Cosa era avvenuto? Il 7 luglio Cairoli era andato in ospedale a Orbetello perché avvertiva un dolore a una spalla e a un braccio. Inizialmente era stato ipotizzato un fuoco di Sant’Antonio. Non c’erano stati altri sintomi. Gli erano stati misurati gli enzimi e uno di questi era risultato non in linea. Ma di poco. Era rilevante questo dato? L’elettrocardiogramma era risultato negativo. A Cairoli, fumatore, era stato chiesto se aveva avuto problemi cardiaci m a il manager aveva spiegato di non esserne a conoscenza e anzi di aver fatto di recente un checkup. Ci sarebbe stato invece un grave problema di ostruzione.

Cairoli era tornato a bordo del Giappa, l’imbarcazione ormeggiata al Molo Rosso dell’Isola del Giglio. Aveva trascorso un’altra giornata di vacanza apparentemente senza problemi, con la compagna e gli amici. A sera, però, un’altra crisi. Che stavolta si era rivelata fatale. Neppure l’intervento praticamente immediato dei soccorritori dell’isola lo aveva salvato. Il decesso sarebbe stato da attribuire a «una fibrillazione ventricolare» che aveva agito su un episodio ischemico precedente. Perché Cairoli avrebbe avuto una malattia coronarica estesa.

Gli esperti incaricati dal pm svolgono nella loro relazione, come era stato loro chiesto, alcune considerazioni sulle linee guida da seguire e cioè sugli ulteriori controlli ai quali il manager avrebbe dovuto essere sottoposto, comprensivi anche di una visita cardiologica. Saranno comunque i successivi passi dell’inchiesta a stabilire se ci siano state delle responsabilità nel decesso .

Accertamenti sono stati compiuti anche sui cellulari di chi quella sera era intervenuto, dei familiari, di tutti coloro che erano venuti a contatto con Cairoli in quelle ore: medici, infermieri, tecnici. Una volta che tutto il materiale di indagine sarà a disposizione, il pm potrà formulare le proprie conclusioni.




 

Primo piano
La tragedia

Argentario, neonato morto su una nave crociera: fermata la mamma, è accusata di omicidio