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Affitti brevi in Toscana, quattro strutture su dieci continuano a fare una pratica vietata

di Alessandro Pattume

	La protesta del comitato Salviamo Firenze che ha incerottato le keybox
La protesta del comitato Salviamo Firenze che ha incerottato le keybox

Firenze è una delle città con più irregolari per quanto riguarda self-check in e sicurezza dei turisti

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FIRENZE. Al Forum Internazionale del Turismo Italiano di Firenze tengono banco gli affitti turistici brevi. Proprio nel giorno in cui Federconsumatori fa il punto sull’applicazione delle nuove norme a loro dedicate in vigore dal primo gennaio. L’analisi, condotta su otto grandi città, dice che l’adozione del Cin procede bene mentre sul fronte della sicurezza per i turisti e dell’eliminazione del self check-in c’è ancora molto da fare. Firenze è una delle città dove le regole vengono ancora disattese maggiormente e mentre la sindaca Sara Funaro e il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca invocano una legge nazionale che li regolamenti, la ministra Daniela Santanché annuncia che «ci sarà una nuova norma nazionale oltre a quella del Cin».

Mala Florentia

«Bene i codici, male self check-in e la sicurezza dei turisti». Così Laura Grandi, presidente Federconsumatori Toscana, commenta la ricerca condotta dell’organizzazione sul rispetto dei nuovi obblighi per gli affitti turistici brevi in alcune città italiane a 100 giorni dall’entrata in vigore. C’è anche Firenze, dove il self check-in è adottato ancora dal 41% degli immobili censiti e dove la questione sicurezza rimane «carente e allarmante», dice Grandi. Firenze infatti è una delle città che esce più malconcia dall’analisi. 

Sul fronte self check-in, vietato da una circolare ministeriale nel novembre 2024, l’organizzazione spiega che è stato registrato come unica modalità di registrazione ancora nel 41,5% (3.112) dei 7.500 appartamenti e camere in affitto breve prese in esame in otto grandi città italiane. Firenze occupa il quarto posto della classifica con il 41% del 933 immobili presi in esame in centro storico. Meglio fanno registrare solo Venezia (29%), Napoli (33%) e Roma (37,5%). La città dove il Codice Identificativo nazionale (Cin) è stata adottato in più hotel e B&B (dati provinciali del Ministero) è stata Venezia con il 93%, podio che condivide con Napoli. Firenze è ultima con il 78%. Sul fronte del Cin degli affitti turistici brevi la stima invece vede Napoli in cima alla classifica (85-88%), seguita da Bologna (80-85%) e Venezia (84%), mentre Firenze è ultima con una percentuale compresa tra il 70 e il 73%. «Servono più controlli su fisco e regolarità del lavoro – aggiunge Laura Grandi – e accanto alle multe deve essere introdotta la sanzione della sospensione della possibilità di affittare appartamenti e camere in forma breve per chi non rispetta le regole». Le fa eco l’assessore fiorentino al turismo Jacopo Vicini, ribadendo la bontà «dell’attività di regolamentazione fortemente voluta dalla sindaca Funaro» e ricordando le norme del «nuovo regolamento sugli affitti brevi che entrerà in vigore dopo l’approvazione del Consiglio Comunale» con nuovi limiti, nuove norme e disposizioni di sicurezza.

Regole chiare per tutti

È quello che chiedono a gran voce il presidente di Federalberghi Bocca e la sindaca Funaro. «Il tema degli affitti brevi è un tema che ha bisogno di una cornice nazionale che però poi va declinata anche a livello locale – spiega Bocca a margine del forum –Abbiamo 650mila strutture ricettive di cui 29mila alberghi e tutto il resto sono appartamenti. È un fenomeno che non va vietato, ma va regolamentato e governato». «I Comuni devono avere la possibilità, tutti, di poter regolamentare il turismo, e serve una regolamentazione nazionale – ha detto Funaro – Noi oggi abbiamo una legge regionale e la stiamo utilizzando per mettere regole che siano regole uguali e chiare per tutti, perché non ci possono essere operatori di serie A e operatori di serie B: quando si ha a che fare con la qualità del turismo bisogna che le regole siano chiare. Conosco la posizione della ministra che è diversa rispetto alla mia su questo ma auspico sempre la possibilità di un confronto costruttivo per le risposte per la nostra città». 

La ministra Santanché

E la ministra Daniela Santanché? «Sugli affitti brevi siamo l'unico governo che ci ha messo la testa e che ha regolamentato un settore che non è un problema di oggi – ha detto – il Cin ha già prodotto dei risultati e ci sembra un grande passo avanti. Si può fare di più, meglio, siamo disponibili, miglioriamo, però i risultati ci stanno dando ragione». E poi, sull’impugnazione da parte del governo del testo unico sul turismo varato dalla Regione Toscana: «Non tutte le competenze per legiferare fanno capo alla Regione – ha detto – Non sono ideologica quando parlo di turismo: il turismo è un tale patrimonio che dovrebbe essere la prima industria della nostra nazione, non ci possono essere interpretazioni o un furore ideologico». «Anziché osteggiarlo - rispondono a distanza in una nota Cgil Firenze e Cgil Toscana – prenda ispirazione dal modello toscano sulla regolamentazione degli affitti brevi, arrivata dopo un lungo confronto tra politica e forze sociali e che segna un importante passo avanti sulla regolamentazione degli affitti brevi turistici e sulla gestione dei problemi legati all'overtourism».
 

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