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Lastra a Signa

Scala le Alpi in mountain bike: l’ultima impresa da 850 chilometri dell’autista di bus

di Elena Andreini
Dimitri Pierattini sulle Alpi
Dimitri Pierattini sulle Alpi

Si chiama Dimitri Pierattini, 56 anni, e di professione è autista di mezzi pubblici: «Il mio progetto è quello di percorrere tutta la dorsale montuosa italiana»

06 agosto 2024
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LASTRA A SIGNA. Mountain bike, zaino e macchina fotografica: sono le basi di una vacanza alternativa indirizzata a ricercare l’armonia della natura scalando le vette più alte e impervie, sfidando inimmaginabili dislivelli e improvvisi cambi di temperatura, sempre in solitaria. A cimentarsi nell’impresa quasi olimpionica, è Dimitri Pierattini, 56 anni, autista di mezzi pubblici di Lastra a Signa. La sua passione è una versione più dura del cicloturismo, è uno scalatore in mountain bike sui generis, la cui ultima impresa, avvenuta a luglio è stato l’ultimo tratto della traversata delle Alpi, un percorso di 850 chilometri e incredibili dislivelli. «Il mio progetto è quello di percorrere tutta la dorsale montuosa italiana in mountain bike - spiega Pierattini - non esiste un tracciato vero e proprio perché ci sono difficoltà a causa della lunghezza del tratto da percorrere. Dopo gli Appennini, due anni fa ho iniziato la traversata delle Alpi facendo un pezzo di tragitto all’anno: Trieste-Bolzano il primo anno, Bolzano-Aosta il secondo e quest’anno da Aosta e Imperia».

Il 6 luglio Pierattini parte con il treno verso Aosta. Insieme a lui ci sono la mountain bike dotata di borse leggere, casco, drone, zaino e un portafortuna, inseparabile immaginetta dono della nonna. Arrivato nel capoluogo della Valle d’Aosta, Dimitri Pierattini si prepara per l’ultima tappa del suo percorso sulle vette italiane: 12 giorni tra ghiacciai, zone innevate, sentieri seminascosti e imprevedibili incontri di camosci e marmotte e occhi al cielo per seguire il volo delle aquile. «L’ispirazione iniziale è avvenuta percorrendo nel 2016 la Francigena da San Miniato a Roma, - racconta Pierattini - mi si è aperto un mondo. Il piacere della bicicletta, di fotografare la natura mi sono rimaste addosso. Così da allora ogni anno ho fatto un passo in più grazie anche alla disponibilità della mia famiglia, e ho iniziato ad allenarmi per attraversare le Alpi. La scalata mi permette di unire lo sport al viaggio. Certo, per arrivare a raggiungere risultati adeguati bisogna allenarsi e non solo fisicamente, ma anche mentalmente».

La preparazione è stata lunga: dall’allenamento quotidiano alla realizzazione del percorso valutando e studiando le carte e i sentieri e seguendo anche i consigli e i suggerimenti di quelli che Pierattini chiama “gli amici social”, di chi ha effettuato alcuni percorsi, oppure conosce le zone. «Mi porto dietro i contatti dei vari rifugi - spiega Pierattini - perché le soste le trascorro nelle strutture dove posso rifocillarmi e fare una sosta prima di riprendere il viaggio».

La bellezza della natura e la sfida quotidiana a superare ogni ostacolo sono la spinta di ogni giorno per raggiungere la cima delle montagne, perché, dice Pierattini «quando si è su una vetta si può solo andare avanti, non si torna indietro, bisogna superare le difficoltà». E a lui è accaduto anche di “perdere” un sentiero. «Durante il viaggio il sentiero che dovevo percorrere era scomparso, perduto nella vegetazione alta un metro e mezzo - racconta Pierattini - nessuno a cui chiedere informazioni, la zona era poco battuta e quindi mi sono trovato in difficoltà: per un’ora e mezzo ho cercato il sentiero e alla fine sono riuscito ad individuarlo grazie a qualche traccia vista sul terreno. Poi è iniziata la rampicata a volte con la bici altre a piedi trascinandomi dietro la mountain bike. Salite, discese, rischi, situazioni impervie e bellezze incredibili: il viaggio è la metafora della vita».


 

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