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Firenze, artigianato in crisi: preoccupa il sistema moda, ecco perché e gli scenari


	Settore artigianato in crisi a Firenze
Settore artigianato in crisi a Firenze

Raddoppiato il ricorso al fondo di solidarietà bilaterale

22 luglio 2024
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FIRENZE. L'artigianato è uno dei beni che Firenze, e in generale la Toscana, deve tutelare. Eppure risulta in crisi. Colpa delle tensioni geo-politiche nel mondo e dell'inflazione, ma anche della scarsa attrattività che porta molti giovani a non interessarsi al mestiere, anche se il turn-over oggi risulta più che mai necessario. Per questo l'Osservatorio imprese artigiane di Ebret ( l’Ente che garantisce al comparto misure di sostegno al reddito, innovazione, welfare aziendale) ha presentato il decimo rapporto annuale sulla crisi dell'artigianato, vagliando possibili soluzioni che possono aiutare gli artigiani a cambiare pagina e analizzando le prospettive future.
I numeri
Ad essere coinvolte sono state oltre 750 imprese localizzate sul territorio regionale, Quel che è emerso dal rapporto è che Firenze è una delle province che segnala una lenta crescita, pari al +1.7%: un valore che si pone al di sotto della media nazionale e che non ha niente a che vedere con i risultati raggiunti negli anni passati. Ad essere duramente colpito è il sistema moda: oltre all'abbigliamento, anche il tessile ha riportato un fatturato negativo, mentre la concia-pelletteria-calzature ha chiuso con valori in linea con quelli del 2022. Dopo la fase di ripresa che ha caratterizzato l'immediato periodo post-covid, l'artigianato toscano sta attraversando un rallentamento che, nel 2023, ha determinato un generalizzato indebolimento degli indicatori, restituendo allo stesso tempo, l'immagine di un sistema che, malgrado crescenti segnali di sofferenza, ha mostrato nel complesso una discreta capacita di tenuta. Infatti, la crescita si attesta al +2.2%, ma solo nel 2022 si parlava di +5.2% e di +7.9% nel 2021. A livello settoriale, solo tre segmenti produttivi hanno registrato un andamento del proprio fatturato superiore al tasso di inflazione, con una variazione positiva: si tratta di meccanica (+9.6%), lavorazione dei minerali non metalliferi (+8.5%) e installazione di impianti negli edifici (+7%).
Le percentuali
Mentre si collocano in negativo, i settori che realizzano prodotti in metallo (-1.4%), abbigliamento (-2.3%) e carta-stampa (-5%). In provincia di Firenze è raddoppiato il ricorso al fondo di solidarietà bilaterale con una cifra pari a 4,4 milioni. Nelle aziende maggiormente strutturate rilevante la contrazione dei prestiti pari al 9%. Per quanto riguarda la tenuta degli investimenti Firenze, si legge nel rapporto dell’Ebret, è «da segnalare tra le situazioni maggiormente problematiche, ovvero con saldi negativi più intensi, e pari al meno 27%». Rispetto alle performance occupazionali la provincia fiorentina ha fatto registrare un saldo negativo pari al meno sei per cento. Nel rapporto dell’Ebret si fornisce poi una panoramica su ciò che è in grado di influenzare in maniera rilevante il posizionamento competitivo.Il primo aspetto riguarda il grado di propensione ad introdurre innovazioni con Firenze che ha il 55% cento di imprese artigiane che hanno introdotto almeno una tipologia di innovazione (di prodotto, di processo, organizzativa e/o commerciale) nel corso degli ultimi tre anni. Con riferimento al secondo aspetto, da segnalare che in materia di accordi di collaborazione quelle della provincia hanno interessato il 44% delle imprese.

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