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In disuso, occupati e poi sgomberati. Ecco gli edifici in attesa di un futuro

di Chiara Vignolini
Villa Tessa e il palazzo abbandonato di via Gramsci
Villa Tessa e il palazzo abbandonato di via Gramsci

A Villa Monna Tessa proposta la creazione di spazi per studenti fuori sede

23 maggio 2024
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FIRENZE. Tra piazza della Libertà e Careggi sono tre gli immobili abbandonati o in attesa di una nuova destinazione d’uso. Tutti con una storia di occupazione alle spalle ma con grandi potenzialità per interventi di riqualificazione e riutilizzo della struttura.

Il primo edificio, situato in viale Filippo Strozzi, è villa Basilewsky che comprende anche altri due palazzi nella vicina via Lorenzo il Magnifico ovvero villino Passerini e villino Borchi. Voluta dal diplomatico russo Aleksandr Bazilevskij e dalla moglie Olga Nikolaevna per trascorrere periodi di vacanza in Toscana, la villa è poi stata, dopo la morte della madre, donata dal figlio al Comune di Firenze per la creazione di un ospedale intitolato ad Olga e con il desiderio che la villa mantenesse sempre un uso di tipo sociale e sanitario. Dopo il lascito, per i primi anni, divenne un luogo di accoglienza per gli indigenti poi, con il passaggio di proprietà dall’amministrazione comunale a quella regionale, ci venne costruito un presidio sanitario con servizi ambulatoriali volti alla dermatologia e al trattamento delle forme di dipendenza. Una volta dismesso, l’ospedale diventò un punto di accoglienza per i migranti fino al 2016, anno in cui la Regione la mise in vendita. Nel 2020, prima l’occupazione durante la manifestazione per l’orgoglio lgbt indetta dagli anarchici e poi il 22 settembre lo sgombero da parte delle forze dell’ordine: due occupanti salirono sul tetto per protestare contro lo sgombero. Poi, la vendita definitiva a una società straniera, avvenuta grazie al bando dal valore di 8,8 milioni di euro, ma ceduta a 8,5 milioni di euro. L’obiettivo dell’acquirente di Villa Basilewsky sarebbe stato quello di creare un albergo di lusso, vista anche la strategica posizione. Tuttavia, stando a quanto ricostruito, nel 2021 Palazzo Vecchio non ha firmato per far cambiare la destinazione d’uso.

Rimanendo in ambito medico il secondo immobile è Villa Monna Tessa in viale Pieraccini, che è stata per quasi sessant’anni uno dei principali padiglioni di riferimento per la dialisi e per l’urologia. La struttura, la cui proprietà è spartita tra Careggi e l’Università di Firenze, è stata dismessa definitivamente nel 2018. Nel 2020 è stata oggetto di occupazioni, inizialmente si è trattato di episodi sporadici. Poi all’interno si sono insediate delle famiglie. Molte le segnalazioni e le preoccupazioni da parte dei dipendenti di Careggi e dei residenti che si trovavano spesso davanti a risse o situazioni di pericolo nei pressi di Villa Monna Tessa. Nel novembre del 2020 è stato anche appiccato un incendio all’interno della struttura. Nel gennaio del 2021 un uomo è stato trovato senza vita nei locali. Esattamente un anno dopo, il 7 giugno 2022, la villa venne sgomberata e le proposte per riqualificare il luogo furono molte tra cui anche una foresteria per l’accoglienza dei familiari dei bambini ricoverati al Meyer.

A dicembre 2023 il Comune di Firenze, come si legge in una nota, per agevolare la residenzialità «accoglie l’osservazione, dell’Università degli Studi di Firenze e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi con la quale viene proposto il recupero di Villa Monna Tessa finalizzato ad ospitare una struttura privata convenzionata per gli studenti fuori sede e per l’accoglienza dei familiari dei degenti».

In viale Gramsci, al numero 41, c’è un edificio privato disabitato da tempo e oggetto di un’occupazione lampo lo scorso ottobre. Lo sgombero definitivo è avvenuto il 17 ottobre scorso e da quel momento l’immobile è rimasto vuoto.


 

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