Il Tirreno

Firenze

Negozi storici da salvare Arrivano le nuove regole

di Valentina Tisi
Negozi storici da salvare Arrivano le nuove regole

Il Comune vuole ampliare le aree con vincolo a merceologie Un freno a fast-food e grandi catene anche in via Gioberti

21 aprile 2024
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FIRENZE. La sentenza del Tar su Ponte Vecchio mette le ali al progetto dell’amministrazione di esportare il regolamento che intende porre un vincolo alle merceologie per tutelare negozi storici e botteghe artigiane in altre aree della città. Circa due settimane fa il sindaco, in occasione dell’arrivo degli aranci in via Cavour, aveva anticipato che Palazzo Vecchio era al lavoro per definire in quali strade applicare i nuovi vincoli merceologici per i negozi. Applicando così anche in altre zone la norma che permette di usare l’argomento dei centri storici nelle aree Unesco per limitare la deregulation del commercio e che verrà applicata probabilmente anche in via Cavour, come auspicato dal primo cittadino, secondo il modello già messo in pratica su Ponte Vecchio. Questa settimana, poi, a rafforzare le intenzioni dell’amministrazione è arrivata anche la sentenza del Tar che si è espresso a favore del Comune e del regolamento che vieta la vendita di «borse di pregio artigianale impreziosite da gioielli» su Ponte Vecchio poiché «in questa zona, rilevante quale “sito Unesco”, il regolamento comunale, all’articolo 8, comma 1, consente la vendita di “oggetti preziosi”, intendendosi con tale dizione «gioielli e articoli di oreficeria legati da tradizione secolare al Ponte Vecchio». Pronuncia accolta con ottimismo dalle parti di Palazzo Vecchio, dato che indica l’applicazione di una disciplina molto rigida, e che in questi giorni l’assessorato al commercio sta lavorando per definire le aree del centro in cui applicare le norme. Quali potrebbero essere le altre zone in cui far sbarcare il regolamento salva attività storiche modello Ponte Vecchio? Una possibile mappa è quella data da Sara Funaro nel corso di un’iniziativa. La candidata del centrosinistra, soffermandosi sul tema, aveva sottolineato: «Vogliamo difendere il commercio e la vivibilità dei quartieri, rafforzando le tutele oggi previste dal regolamento Unesco ed estendendole ad altre zone della città a forte vocazione commerciale, come via Gioberti, Borgo La Croce, via Pietrapiana, Borgo San Lorenzo». Grazie all’articolo 12 della legge 214/2023, legge annuale per il mercato e la concorrenza che entrerà in vigore il 30 aprile, l’amministrazione pensa di limitare l'insediamento di alcune tipologie di attività, prevalentemente gastronomie etniche, fast-food, grandi catene, attività della ristorazione e somministrazione, in diversi ambiti commerciali della città, aree caratterizzate da un tessuto commerciale-artigianale di qualità e diversificato. L’obiettivo è naturalmente quello di tutelare e valorizzare gli esercizi di vicinato, i negozi storici e le botteghe artigiane. Un’attenzione alla tutela del commercio di vicinato, di qualità e tipico, a cui guarda con interesse anche Cna Firenze Metropolitana, il presidente Giacomo Cioni invoca infatti una strenua difesa dell’artigianato oltre che del commercio: «Per esempio, limitando, in aree ben specifiche della città, il numero delle attività non alimentari, in franchising o meno, di basso livello, o non tipiche e già ben presenti con altri punti vendita; destinando una quota fissa di superfici all’artigianato e alle attività al servizio dei cittadini piuttosto che al turismo; reinventando intelligentemente spazi urbani inutilizzati per creare luoghi permanenti di esposizione e vendita per gli artigiani locali, utili sia ai fiorentini che ai turisti che, ad oggi, per intercettare il vero Made In Italy e farne esperienza devono recarsi fuori dalle aree centrali». Una norma che va nella direzione della valorizzazione dell’artigianato locale e delle attività più tipicamente fiorentine ma che rappresenta anche un tassello importante sul fronte sicurezza, come ricorda Luca Tonini, presidente Cna città di Firenze: «Il rafforzamento della presenza di negozi di vicinato e attività artigianali, in special modo nelle aree centrali, contribuisca a render più sicura, perché maggiormente presidiata, la città».

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