Il Tirreno

Firenze

Concorsopoli, respinto l’appello della procura: niente interdizione per Azzari

di Matteo Leoni
Concorsopoli, respinto l’appello della procura: niente interdizione per Azzari

Il Riesame la nega pure per Bonanni, la conferma per Zanobini

08 giugno 2023
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FIRENZE. Negli episodi relativi all’ospedale pediatrico Meyer finiti nell’inchiesta sulle presunte irregolarità nei concorsi di medicina a Firenze, non ci fu associazione per delinquere. Lo ha stabilito il tribunale del riesame, che ha rigettato l’appello presentato dalla procura contro l’ordinanza disposta dal gip nei confronti del dg del Meyer Alberto Zanobini, di Paolo Bonanni, direttore del dipartimento di Scienze della salute dell’Ateneo fiorentino, e del l’immunologa Chiara Azzari. Il riesame ha confermato in tutto e per tutto la decisione del giudice per le indagini preliminari, che ha interdetto per tre mesi dal suo incarico il direttore generale del pediatrico, difeso dall’avvocato Filippo Cei.

Per lui il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e il pm Antonino Nastasi avevano chiesto uno stop di dodici mesi. Nessuna misura invece è stata disposta per Bonanni, difeso dall’avvocato Pier Nicola Badiani, e per per Azzari, difesa da Sigfrido Fenyes. I due medici erano accusati di un singolo episodio di corruzione in concorso con Zanobini.

Per quanto riguarda Zanobini, il gip Angelo Pezzuti, secondo quanto riportato nelle carte, ha respinto l’accusa di associazione a delinquere mossa dalla procura e ritenuto l’interdizione di tre mesi «sufficiente a contenere la pericolosità dell’indagato», tenuto conto che si tratta di una persona incensurata e con forti legami sul territorio, sia lavorativi che familiari.

Secondo i pm, Zanobini avrebbe fatto parte di un gruppo di potere che decideva il risiko delle nomine dei professori, per quanto riguardava l’assegnazione degli incarichi accademici che prevedevano anche impieghi assistenziali al Meyer. Insieme a lui, sono indagati per associazione a delinquere altri dirigenti, già protagonisti della prima fase dell’inchiesta: tra questi, l’ex rettore dell’università di Firenze Luigi Dei, l’ex prorettore dell’area biomedica Paolo Bechi, il professor Marco Carini, in qualità direttore del dipartimento oncologico, e Corrado Poggesi, in qualità di direttore del dipartimento di Medicina sperimentale e clinica. I presunti concorsi truccati che in questa fase sono finiti sotto la lente degli investigatori sono tre: quello per la nomina a professore ordinario di Oncologia medica, assegnato il 7 agosto del 2018, quello per l’incarico di professore associato di Chirurgia pediatrica e infantile, assegnato il 15 gennaio del 2018, e quello per associato di Urologia, il cui vincitore è stato nominato nel dicembre del 2020.

Il riesame tuttavia, così come il gip, non ha riconosciuto l’accusa di associazione a delinquere. «Durante la direzione di Alberto Zanobini – afferma il suo legale, avvocato Filippo Cei – il Meyer è assurto a livelli di eccellenza nella cura e nella ricerca, grazie a professionalità di rilievo mondiale».

In merito alle figure di Paolo Bonanni e Chiara Azzari, il gip ha giudicato che non ci fossero esigenze cautelari, per l’assenza del rischio di reiterazione del reato di corruzione loro contestato. I giudici del riesame hanno confermato questa decisione.


 

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