Il Tirreno

Dopo la tragedia

Neonato morto a Roma, l'ostetrica: «Avere a fianco qualcuno di fiducia è decisivo»

di Sara Venchiarutti
Neonato morto a Roma, l'ostetrica: «Avere a fianco qualcuno di fiducia è decisivo»

Monica Franchi: «Il rooming in è una pratica positiva che ormai è attuata da tempo ed è sostenuta da tutte le linee guida»

27 gennaio 2023
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Fa l’ostetrica da 15 anni e di bambini ne ha visti nascere tanti. A centinaia. Ma «l’emozione, nonostante gli anni, non passa mai. Ed è il segnale che facciamo bene il nostro lavoro», dice Monica Franchi, ostetrica e dirigente del sindacato Nursing Up. Sulla sua categoria si sono accesi i riflettori dopo il bimbo morto soffocato per errore mentre la mamma lo allattava al “Pertini” di Roma.

Dottoressa, questa vicenda ha avuto un riflesso anche nella vostra quotidianità?

«Ne stiamo parlando con i colleghi. Purtroppo in medicina l’avvento avverso esiste, anche se uno fa tutto il possibile affinché non accada. Come operatori ci si mette in discussione non per senso di colpa, ma per migliorarsi sempre, anche perché la perfezione è impossibile da raggiungere».

Un aspetto riguarda la presenza di un familiare sempre, anche la notte. Dalla sua esperienza è positivo?

«Sicuramente avere a fianco qualcuno di fiducia aiuta tanto. Queste donne hanno bisogno di supporto. Come quando si partoriva cinquantanni fa, o anche come ci raccontano le colleghe che tornano dall’Africa e ci raccontano che nessuna donna va da sola a partorire. C’è sempre una sorella, una zia. Un complesso familiare che supporta e aiuta».

E il rooming in (l’affidamento del neonato alla madre dopo il parto)?

«È una pratica attuata ormai da tempo, tutte le linee guida dicono che il rapporto madre e figlio deve essere immediato e continuato perché positivo. Va mantenuta, anche se ha bisogno di determinati fattori. I neonati sono costantemente vigilati, anche se non 24 ore su 24 (non è una terapia intensiva), nei limiti dell’umano».

Le mamme come vivono il rapporto?

«Solitamente positivamente. Possono richiedere a volte di essere sostenute per le loro esigenze, magari quando devono andare in bagno. E in quel caso può aiutare tanto avere qualcuno. Certamente è da implementare la figura di una persona che sta loro accanto. In quel momento nasce una famiglia».


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