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Reddito di cittadinanza in Toscana: come funziona, a chi spetta e l'importo – L’assessore Lenzi: «Strumento fondamentale»

di Libero Red Dolce
Reddito di cittadinanza in Toscana: come funziona, a chi spetta e l'importo – L’assessore Lenzi: «Strumento fondamentale»

Ne potrà beneficiare chi ha meno di 15.000 euro di Isee, per un massimo di nove mesi. Il contributo sarà di 500 euro e prevede la formazione

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Il reddito di cittadinanza toscano – primo figlio del campo largo che governa la Regione – ha la sua carta d’identità. Partirà dal primo gennaio 2026, avrà una durata massima di nove mesi, prevederà un contributo mensile di 500 euro e sarà assegnato a lavoratrici e lavoratori che ne faranno richiesta e che non superano i 15.000 euro di Isee. Il tutto finanziato con 23 milioni di euro, risorse che non peseranno sul bilancio essendo degli “avanzi”: si dovrebbe trattare perlopiù di finanziamenti nazionali già previsti nel Patto per il Lavoro sottoscritto dall’allora ministro del Lavoro Andrea Orlando.

Il provvedimento è sostanzialmente pronto sulla scrivania dell’assessore al Lavoro Alberto Lenzi, che la prossima settimana lo presenterà in giunta regionale. Ci sono diversi passaggi attuativi da mettere a punto – come si presenteranno le richieste, i numeri precisi della platea degli eventuali beneficiari e le condizioni precise per usufruirne, tra gli altri – ma gli uffici della macchina regionale sono alacremente al lavoro. E hanno già costruito in tempi record l’ossatura di un intervento complesso, atteso e che fa della Toscana un’avanguardia delle misure a tutela del lavoro.

Reddito di reinserimento al lavoro

Occorre una precisazione a partire dal nome: sebbene dovuto all’accordo con i 5Stelle, che molto hanno spinto per averlo nel programma del Giani-bis, il nome “reddito di cittadinanza toscano” è una sintesi che non ne restituisce a pieno l’essenza. Meglio parlare di «reddito di reinserimento al lavoro», come fa l’assessore Lenzi. Che chiarisce la differenza: «Si tratta di un provvedimento legato alla formazione: chi ne usufruirà sarà riqualificato in un altro settore o specializzato ancora di più nel suo. L’intento è di riuscire, già nell’arco di sette mesi, a ricollocare le persone».

Non è casuale il passaggio sulla specializzazione. Il provvedimento vuole far sì che, chi, dopo un periodo di lavoro, si ritrova senza occupazione per la scadenza di un contratto a termine o per l’esaurimento della Naspi potrà accedere a un percorso formativo gestito da Arti, in raccordo con i Centri per l’impiego. E il percorso sarà controllato e seguito dall’inizio alla fine. In sintesi: chi accetta la formazione dovrà portarla sino in fondo, altrimenti addio reddito.

500 euro al mese

Durante i nove mesi di attività formativa, ai partecipanti sarà riconosciuto un contributo mensile di 500 euro. Dunque un prerequisito sarà aver lavorato – e per un periodo congruo – nei mesi precedenti all’intervento della misura. Rimane ancora da stabilire se nella platea saranno compresi anche i lavoratori in cassa integrazione. Sarà materia per gli uffici.

A chi è rivolto

Il reinserimento nel mondo del lavoro non guarda soltanto alle fasce anagrafiche più giovani. Anzi. La misura si rivolge anche a chi, magari dopo anni in fabbrica e con un’età non più giovane, ha bisogno di essere ricollocato nel più breve tempo possibile e può beneficiare di una formazione aggiuntiva. «L’obiettivo è sostenere persone motivate a rientrare nel mondo del lavoro, concentrando l’intervento su chi ne ha realmente bisogno: per questo l’introduzione del parametro Isee è considerata fondamentale», precisa Lenzi.

L’Irpet al momento sta lavorando ai calcoli sui numeri dei beneficiari potenziali. Per il momento è previsto che il contributo vada avanti fino alla fine del 2026 , in una sorta di prima fase sperimentale, ma l’intenzione è di proseguire ulteriormente. «A me piacerebbe farlo diventare strutturale, farlo durare nel tempo, in modo da avere uno strumento a disposizione per la popolazione», conferma l’assessore.

Nell’anno che viene si osserverà da vicino l’impatto della misura, la sua sostenibilità e la possibilità di estenderlo ed eventualmente di allocare risorse maggiori. «Voglio ringraziare ed elogiare dipendenti e dirigenti della Regione, ho trovato professionalità di altissimo livello, disponibili e piene di entusiasmo. C’è un grande potenziale dal punto di vista della macchina organizzativa e io lavorerò per sfruttarlo a pieno», conclude l’assessore Lenzi.


 

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