Controlli
Fra i “precari” della casa, il viaggio nell’emergenza in Toscana: «Non dormo dalla paura» – Storie e numeri
Un tema sempre più attuale e al centro dell’ultimo presidio: a Pisa ci sono 800 persone in attesa di un alloggio
PISA. «La rendita uccide, ancora. Oggi purtroppo ne abbiamo un altro triste esempio». È con queste parole che la piazza organizzata sotto il Comune di Pisa da Unione inquilini, Asia e altre organizzazioni per il diritto alla casa è venuta a sapere ieri pomeriggio, 13 novembre, di quanto successo in mattinata a Grosseto. A dare la notizia è stata Giulia Contini, dell’Unione inquilini, mentre nel tam tam dei messaggi la tragedia rimbalzava fra i circa 100 militanti presenti all’ombra di Logge dei Banchi.
«Sono situazioni di precarietà e disperazione che purtroppo conosciamo, vediamo tutti i giorni – continua Contini – in un contesto in cui sempre più si vuole trattare il disagio abitativo come un problema di ordine pubblico, dal quale nemmeno i bambini sono esentati quando arriva in casa l’ufficiale giudiziario».
Il caso di Pisa
Un tema caldo, caldissimo anche in una città come Pisa in cui al momento ci sono 800 persone in attesa di un alloggio. La mobilitazione di ieri era nata per dare voce ai protagonisti delle vertenze sulla casa che da settimane riguardano alcuni quartieri. Tra questi il Villaggio Cento Fiori, dove alcuni crolli nei giorni scorsi hanno provocato un intervento dei vigili del fuoco, ma che ovviamente ha finito per dare voce, anche in anonimato, al dramma quotidiano che tante famiglie vivono fra un accesso e un altro, con la paura costante di perdere un tetto sopra la testa. Il tutto in una città che ha un mercato degli affitti “drogato” da una parte dal mercato degli universitari (con tutte le storture che ben conosciamo) e dall’altra dal moltiplicarsi degli affitti brevi per i turisti.
Le storie
E allora eccole, alcune delle storie che sono state raccontate durante il presidio in centro a Pisa dove è stato chiesto di bloccare gli sfratti. «Ho una figlia di 17 anni – racconta una signora –, lo sfratto è stato intimato per il mancato pagamento delle spese condominiali. Il Comune non ci ha dato nessuna soluzione abitativa, anzi mi ha proposto cose aberranti tipo dividermi da mia figlia. E non riesco a trovare casa perché non ce ne sono sul mercato e i proprietari spesso non si fidano. Ogni 15 giorni entra in casa la polizia nonostante ci sia una minore: sto avendo difficoltà a sostenere lo stress, a cercare di essere un supporto per mia figlia che non dorme bene da giorni perché ha paura che finiamo per strada. Come faccio a tutelarla?».
Un uomo ha invece spiegato di «essere sotto sfratto e con problematiche di fragilità. Vivo letteralmente in un garage in cui mi hanno interrotto tutte le utenze: dunque l’abitazione è diventata inagibile». All’esecuzione dello sfratto – racconta ancora l’uomo – «non erano presenti gli assistenti sociali che invece dovrebbero dare garanzie e aiuto a chi viene sfrattato, invece non ci sono mai. Ho provato a contattarli, a fare un percorso con loro, ma niente, non c’è stato modo di trovare una soluzione. Io non ho nessuna risorsa, non posso trovare una casa, allora mi sono appoggiato al Comune: l’unica riposta che mi è stata data è “Vai al dormitorio per le persone senza casa” ma questa non è una soluzione, dato che dopo 15 giorni finisce il periodo di tempo durante il quale si può sostare in dormitorio».
Numeri e note
Mentre in piazza andava avanti la manifestazione, in Comune si discutevano due mozioni che ricordavano anche come nel 2024 Pisa fosse, in Toscana, il secondo posto tra le province per gli sfratti emessi, dopo Firenze: 267, in aumento di oltre il sette per cento rispetto ai numeri dell’anno precedente.
C’è anche un altro versante, quello dei soggiorni in albergo per sopperire ai casi di emergenza abitativa: «Solo per gli ultimi due mesi del 2025 – denunciano Unione inquilini e Asia Usb – nelle tasche degli albergatori pisani finiranno ben 268.017,10 euro. Dal 2022 a oggi ogni anno una media di un milione e mezzo di euro è stata spesa direttamente dal Comune di Pisa per “albergare” le famiglie. Con una media del genere in cinque anni stiamo parlando di più di sei milioni regalati agli albergatori, senza alcun ritorno per le risorse comunali e soprattutto senza alcuna garanzia di adeguatezza degli alloggi per le famiglie albergate».
