Arezzo, morto strozzato a 2 anni all’asilo: il nastro della felpa, il ramo e le urla delle maestre in cortile – Tutti gli attimi della tragedia
La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo e ha disposto il sequestro dell’area: la struttura inaugurata vent'anni fa è gestita da una cooperativa insieme al Comune di Bibbiena
Un gioco innocente, una corsa spensierata nel prato dell’asilo, si è trasformato in un incubo senza ritorno. In pochi istanti, la mattina serena di Soci, frazione di Bibbiena, ad Arezzo, è stata sconvolta – mercoledì 12 novembre – da una tragedia che ha spezzato la vita di un bambino di appena due anni. Il nastro della felpa che indossava si è impigliato a un ramo, stringendolo alla gola e togliendogli il respiro. Un gesto banale, un attimo fatale: così la gioia di un giorno di sole si è trasformata nel dolore più grande.
I soccorsi
Le educatrici hanno capito subito che qualcosa non andava. La corsa disperata verso il piccolo, l’allarme lanciato al 118 e l’arrivo dell’ambulanza hanno scandito minuti di angoscia. Il personale sanitario del 118 intervenuto ha tentato a lungo di rianimarlo, mentre dalla centrale operativa veniva dirottato anche l’elisoccorso Pegaso. Ma ogni sforzo si è rivelato inutile: quando l’elicottero stava per atterrare, i medici avevano già constatato il decesso.
L’intervento delle forze dell’ordine
Pochi minuti dopo, il giardino dell’asilo era già presidiato dai carabinieri della compagnia di Bibbiena. L’area è stata isolata e tutti, maestre e personale compreso, sono stati invitati a uscire. Nemmeno il sindaco Filippo Vagnoli, accorso sul posto, ha potuto entrare. La procura di Arezzo ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e ha disposto il sequestro dell’area. Gli accertamenti sono in corso e al momento le ricostruzioni restano ufficiose.
La comunità sconvolta
La notizia ha attraversato Soci e Bibbiena in poche ore, lasciando sgomento e dolore. I genitori del bambino, poco più che ventenni, insieme ai nonni e ai parenti, sono stati travolti da un dolore inimmaginabile. «Non si può morire così, ad appena due anni», dice tra le lacrime una prozia fuori dal supermercato del paese. Intorno all’asilo, solitamente animato dalle voci dei bambini, ora regna un silenzio irreale, interrotto solo dai mezzi delle forze dell’ordine.
La struttura
Il nido Ambarabà Ciccì Coccò, dove si è consumata la tragedia, è stato inaugurato circa vent’anni fa ed è gestito dalla cooperativa sociale Koiné in collaborazione con il Comune di Bibbiena. Accoglie bambini da zero a tre anni, con orario di tempo pieno dal lunedì al venerdì e servizio mensa interno. Giovedì 13 novembre la struttura resterà chiusa e, secondo le prime indicazioni, non riaprirà almeno fino alla prossima settimana.
Un dolore che segna il Casentino
La morte del piccolo ha lasciato sgomento e incredulità in tutta la valle. Una mattina di giochi e spensieratezza si è trasformata in un incubo che resterà impresso nella memoria della comunità. Le indagini dovranno chiarire ogni dettaglio, ma intanto resta il dolore di una famiglia e di un territorio che si stringono attorno a chi ha perso ciò che aveva di più caro.
