Il Tirreno

Prato

Lo sfogo di Bettazzi: «Contro di me un accanimento per motivi politici»

di Paolo Nencioni
Maurizio Bettazzi insiemeai suoi avvocati Cenni e Burzo
Maurizio Bettazzi insiemeai suoi avvocati Cenni e Burzo

L’ex presidente del consiglio comunale assolto dopo quasi dieci anni

04 febbraio 2023
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PRATO.  Ha dovuto aspettare quasi dieci anni per vedere riconosciuta la sua innocenza in un’aula di giustizia e adesso si vuole togliere qualche sassolino dalla scarpa. Maurizio Bettazzi, ex presidente del consiglio comunale durante la giunta di centrodestra guidata da Roberto Cenni, ha convocato ieri i giornalisti nel suo studio di consulente finanziario per scagliarsi contro la Procura che nel 2013 lo accusò di abuso d’ufficio e concussione per induzione per una serie di fatture emesse nei confronti di Asm e Credito cooperativo Area pratese. I magistrati sostenevano che avesse abusato della sua carica, lui si difese dicendo che quello era il suo mestiere e che non aveva fatto nulla di male. Oggetto del contendere, un incarico per trovare nuove linee di finanziamento per rimpolpare le casse di Asm che erano vuote. «Lo rifarei – ha detto ieri Bettazzi – perché così ho salvato lo stipendio di 400 dipendenti».

Ma lo sfogo dell’ex presidente del consiglio comunale, che annunciò le dimissioni il 24 luglio 2013 dopo aver ricevuto un avviso di garanzia, è rivolto principalmente contro quello che ha definito un accanimento giudiziario ingiustificato, anzi giustificato da motivi politici. «Secondo me questa indagine ha avuto fin da subito una chiara connotazione politica – ha detto – Prato era l’unico comune capoluogo toscano governato dal centrodestra e io ero stato uno degli artefici del cambiamento. A qualcuno questo dava fastidio». «Già due settimane dopo l’avviso di garanzia – ha aggiunto Bettazzi – era chiaro che non c’erano prove. Il Tribunale del riesame scrisse che non emergeva “il benché minimo elemento indiziario”. E il 10 ottobre, quando i magistrati chiesero che mi venissero applicati gli arresti domiciliari, al gip bastò verificare che mi ero già dimesso il 9 agosto e quindi non c’era nessuno rischio di reiterazione del reato. Infatti il Tribunale del riesame distrettuale respinse quella richiesta». Pochi giorni fa Bettazzi è stato assolto in primo grado dalla concussione per induzione, mentre il presunto abuso d’ufficio è caduto in prescrizione. «All’epoca mi sono dimesso perché non volevo che in alcun modo la giunta potesse essere oggetto di ricatti o di condizionamenti – ha concluso Bettazzi – ma non nascondo che la politica mi manca».

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