Il Pontedera può sorridere (a metà): «Ma sbagliamo ancora troppe scelte». Cosa va e cosa non va
Il pareggio di Ascoli non è da buttare, ma il tecnico granata Menichini vuole di più dai suoi ragazzi
PONTEDERA. Quando ti trovi ai margini della zona playout, come succede oggi al Pontedera nel campionato di Serie C, diventa fondamentale muovere sempre la classifica; ogni punto diventa pesante, pesantissimo per alimentare fiducia e autostima.
Da dove si riparte
Il pareggio maturato per i granata sul campo dell'Ascoli domenica scorsa rientra in questo ragionamento. Contro i bianconeri sotto di due punti, ma con una rosa di grande valore, era importante portare a casa qualcosa. Sotto certi aspetti si sono visti anche miglioramenti ma c'è ancora del lavoro da fare. I granata hanno provato in alcuni frangenti a pungere oltre al gol siglato da Martinelli su schema da palla inattiva, e contrariamente a quanto accaduto a Gubbio non si sono limitati a difendere ma hanno peccato di precisione quando c'era da concretizzare le ripartenze, sono mancati nell'ultimo passaggio.
L’atteggiamento
Altra nota positiva la capacità di soffrire e la volontà di non prendere il secondo gol, a questo però c'è da aggiungere l'eccessiva fatica mostrata nel rintuzzare il forcing avversario. Il tecnico Leonardo Menichini, dopo aver tessuto le lodi dell'Ascoli e ricordato il passato (ovvero alcuni ex compagni, il presidente Rozzi e soprattutto Carlo Mazzone definito immortale) ha analizzato la prestazione della squadra: «Siamo partiti bene nel primo tempo – ha spiegato il tecnico – creando presupposti per segnare con Italeng, poi siamo andati in vantaggio con Martinelli. Purtroppo questa squadra sbaglia delle scelte, pecchiamo di qualità nelle rifiniture e nelle conclusioni. Bisogna dar merito all'Ascoli che ha fatto un grande secondo tempo, ha messo gente di qualità e gamba, non è facile giocare contro una squadra di questo valore».
Moduli e schemi
Sull’atteggiamento del Pontedera nella seconda frazione ha aggiunto: «Quando abbiamo potuto siamo arrivati li cercando le ripartenze con Ianesi e Italeng anche nel secondo tempo. La pressione dell'Ascoli ci ha fatto abbassare oltre a questo c'è da aggiungere il fatto che siamo pochi, siamo sempre gli stessi, qualcuno ha i crampi. Sulla rete del pareggio dei nostri avversari siamo stati sfortunati, ma abbiamo avuto fortuna nel primo tempo quando Silipo ha colpito l'incrocio dei pali».
Per la prima volta i granata sono passati al 4-4-2 e lo hanno fatto dall'inizio della gara. Più volte il tecnico ha sottolineato di non essere legato ad un sistema di gioco, ma nella città della Vespa si tratta di una prima assoluta abbandonare il 3-5-2 che da anni era una sorta di dogma. Da adesso in poi, quindi, c'è da abituarsi ad una sorta di balletto di moduli diversi, un modo per sorprendere e mettere gli avversari in difficoltà evitando di dare certezze o troppi e precisi punti di riferimento.