Il Tirreno

PESCIA. Il comparto del tessile-moda-accessori è tra le principali risorse del sistema produttivo italiano, nel 2022 ha sfiorato i 100 miliardi di fatturato (107 secondo Confindustria Moda) , tanto che il fabbisogno di operatori è in costante ascesa. Paradossalmente sono gli studenti ad essere ancora troppo pochi. Forse perché sono pochi i percorsi formativi abilitanti, forse perché ancora troppo poco pubblicizzati.
A Pescia, l’Istituto Sismondi-Pacinotti è l’unico della provincia di Pistoia ad annoverare tra i suoi indirizzi quello moda dal nome “Industria e Artigianato per il Made in Italy”. Gli studenti iscritti al primo anno sono 23, un’unica sezione dalla prima alla quinta. «Probabilmente l’indirizzo è vissuto in maniera meno attraente rispetto ad altri perché è unidirezionale – ha spiegato la dirigente Oria Mechelli – nel senso che è troppo specifico garantendo sbocchi unicamente nel comparto moda. Di contro chi opta per questo indirizzo, a differenza di altri, è uno studente molto centrato, motivato, che sa cosa vuole, insomma corrisponde ad una scelta ben precisa, non viziata da una moda transitoria».
Istituito nell’anno scolastico 2005-2006, il corso è articolato in 5 anni, al termine dei quali si sostiene l’esame di Stato per conseguire il diploma di istruzione professionale. Dopo il diploma gli studenti che intendono proseguire gli studi possono accedere a tutte le facoltà universitarie, agli istituti di formazione superiore Its, alle scuole e alle accademie di design. Quelli che vogliono iniziare a lavorare, invece, trovare impiego in industrie di abbigliamento e sartorie o provare ad avviare un’attività in proprio. Molti degli studenti dell’indirizzo moda del Sismondi-Pacinotti sognano di fare gli stilisti. Non tutti a dire il vero, c’è anche chi sogna di fare la sarta, ripercorrendo le orme della nonna. Ad ogni modo l’indirizzo permette di acquisire tutte le competenze relative al settore del tessile, dell’abbigliamento, delle calzature, della moda, degli accessori: dalla progettazione, alla produzione, alla promozione e di sviluppare i saperi sulle materie prime, sui processi di creazione e realizzazione di tessuti e accessori. Moltissimi sono i progetti che vedono coinvolti gli studenti.
In modo particolare, quest’anno è protagonista il “riuso” col progetto “Upcycling“, molto diverso dal recycling ovvero il riciclo, il cui obiettivo a volte è quello di far tornare un oggetto alla stessa funzione, a volte quello di trasformarsi perdendo valore. Upcycling significa riutilizzare gli oggetti per creare un prodotto di maggiore qualità, reale o percepita. Si parla di vestiti già usati, dunque, in condizioni più o meno buone che gli studenti modificano restituendo loro una nuova vita. Così una vecchia giacca può trasformarsi in un gilet di tendenza, una gonna in un magnifico bustier e così via.
«Il progetto continuerà sicuramente anche il prossimo anno – ha spiegato la dirigente Mechelli – anzi vorremmo ampliarlo realizzando un’impresa formativa simulata in cui gli studenti possano sperimentare tutti gli aspetti di un’azienda: dalla sua costituzione alla realizzazione del prodotto fino alla valutazione della sua redditività».
Per chi frequenta l’indirizzo moda del Sismondi-Pacinotti l’appuntamento più atteso rimane, comunque, la sfilata di fine anno, che rappresenta l’occasione in cui dare prova dei saperi acquisiti in ogni fase: da quella di progettazione con i figurini a quella di realizzazione della confezione dei capi. È proprio in questo periodo che parte la macchina organizzativa. Grazie anche alle generose donazioni delle aziende del territorio specializzate nella lavorazione dei tessuti, gli abiti realizzati denotano sempre una qualità altissima. 
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