Geotermia, campagna di ricerche nella Piana lucchese
Società di Milano chiede alla Regione di realizzare 65 sondaggi: l'obiettivo è verificare il possibile sfruttamento dell’energia naturale
CAPANNORI. Una campagna di studio per accertare le potenzialità nascoste del sottosuolo finalizzate a sfruttare una fonte di energia naturale attraverso la geotermia.
La richiesta presentata alla Regione è firmata dalla società Omv Gas Marketing & Trading Italia Srl di Milano e punta capire, attraverso analisi geologiche, se nella Piana potrebbero esserci uno o più siti da cui estrarre calore per produrre energia elettrica. Siamo ancora nella fase preliminare, ma le intenzioni sono state formalizzate con un procedimento di verifica di assoggettabilità.
Nella documentazione, redatto allo studio Steam di Pisa, il privato annuncia la necessità di procedere con 65 sondaggi in un’area estesa per circa 144 km quadrati. Il progetto di ricerca geotermica, a cui viene dato il nome “Porcari”, riguarda i territori dei seguenti comuni Altopascio (26 km quadrati) , Capannori (39) , Porcari (17) , Montecarlo (15) , Castelfranco di Sotto (uno) , Pescia (10) , Uzzano (2) , Buggiano (6,90) , Massa e Cozzile (3,29) , Montecatini Terme (0,86) , Chiesina Uzzanese (7,19) , Ponte Buggianese (11) e Fucecchio (uno) .
Stando alle carte l’attività prevede – oltre alla acquisizione dei dati esistenti relativi al sottosuolo – la realizzazione di rilievi geologico-strutturali di dettaglio dell’area, esecuzione di prospezioni magnetotelluriche (65 sondaggi) e la successiva elaborazione integrata dei dati della zona.
«Il proponente riporta che l’area di ricerca presenta caratteristiche geologiche favorevoli alla coltivazione della risorsa geotermica a media entalpia (90 – 150 °C) » si legge nella richiesta.
I tecnici chiariscono che in questa fase non è ancora possibile classificare la risorsa geotermica presente nell’area del permesso «in quanto non ne sono note le caratteristiche chimico fisiche che potranno essere determinate solo dopo le perforazioni profonde. La richiesta mira ad accrescere tali conoscenze attraverso prospezioni superficiali, prima dell’eventuale proposta di perforazione di uno o più pozzi esplorativi, i cui esiti potranno determinare, in modo più dettagliato, le caratteristiche di un eventuale progetto di sviluppo geotermico».
Insomma, siamo alla fase iniziale e non invasiva che ha come scopo un’attività esplorativa con la caratterizzazione e localizzazione dei potenziali serbatoi geotermici nel sottosuolo dell’area in oggetto, in un intervallo di profondità di circa 2-4 chilometri. «In caso di esito positivo della ricerca, il fluido geotermico verrebbe, in una fase successiva, opportunamente coltivato e quindi reiniettato nelle formazioni di provenienza» specifica la relazione sul tavolo della Regione. E a quel punto verranno avanzate altre richieste per la perforazione dei pozzi e poi, in caso di obiettivo raggiunto, per installare gli impianti per sfruttare l’eventuale energia geotermica nella Piana lucchese. L’ipotesi è partire con il primo pozzo nel giro di tre, quattro anni e in parallelo trovare anche un acquirente dell’energia prodotta con il calore andato a pescare nel ventre della terra. Il costo dell’operazione, in caso di esito positivo delle ricerche, è stimato in oltre 17 milioni di euro.
I lavori previsti in questa prima fase, relativi alla realizzazione di un rilievo geologico-strutturale, sono caratterizzati da una limitata occupazione di suolo da parte degli operatori, senza l’esecuzione di scavi o movimentazione di terra. «Ciò consente di asserire che, al termine di tale attività, non saranno necessari interventi per il ripristino dei luoghi di lavoro, l’area sarà rilasciata nelle condizioni originarie» rassicurano i privati.l
