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Romina Falconi: «Do voce ai miei mostri, per restituire grazia alle ombre»

Silvia Barsotti

	Romina Falconi 
Romina Falconi 

La cantautrice ha presentato al Lucca Comics & Games l’album “Rottincuore” e il saggio “Rottocalco n.5”: un viaggio corale tra fragilità, verità e accettazione di sé

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LUCCA. Viviamo in un’epoca in cui ognuno tende a nascondere i mostri che abitano dentro. Bisogna restituire solo ciò che è bello, senza mostrarsi fragili o imperfetti, per paura di apparire inadeguati o difettosi. C’è qualcuno, però, che quei mostri ha deciso di tirarli fuori e dar loro vita. Tredici ombre, alcune abitate dall’autrice stessa, altre incontrate nelle persone che l’hanno circondata. Romina Falconi le racconta nel nuovo album “Rottincuore” e nell’opera saggistica “Rottocalco vol.5”, che presenterà al Lucca Comics & Games allo stand di Freak & Chic, di cui fa parte. Secondo Romina, quello che lei racconta con le sue canzoni e i suoi saggi è lo stesso tipo di autenticità e immersione che si respira alla manifestazione: persone che si mostrano per quello che sono, senza filtri né maschere. «È stata una delle sfide più belle della mia vita, ho dovuto studiare tanto – ha raccontato Romina a proposito del suo ultimo album – Mi piaceva l’idea di raccontare l’ombra nuda e cruda senza pregiudizi. Oggi è molto facile puntare il dito, è come se ci fosse sempre l’esigenza di trovare un colpevole, come sui social dove c’è il bisogno di mostrare una superiorità morale. Io ho voluto restituire un po’ di grazia alle nostre oscurità, dimostrare che le cose che tendiamo a nascondere o per cui abbiamo paura di essere giudicati siano invece umane e rappresentino ognuno di noi».

Nella stesura delle canzoni e dei saggi di “Rottocalco vol.5”, Romina è stata affiancata da amici - psichiatri, sociologi, giornalisti, scrittori - in un lavoro corale in cui ognuno ha parlato delle proprie ombre senza filtri. «Ho voluto aprirmi, circondarmi di persone più intelligenti di me. Il risultato è che nessuno si è risparmiato: ognuno ha tirato fuori le proprie magagne». E non c’è niente di più bello di capire che, con la musica, le persone si sentono meno sole a combattere i propri mostri: «La cosa più bella è stata sentire le persone che dicevano di riconoscersi nelle ombre descritte. Ti rendi conto che là fuori ognuno di noi le nasconde, giustamente, perché la società è troppo giudicante. Ognuno di noi ha il suo mostro interiore. Alcuni lo vivono in pace, altri lo combattono, altri hanno ancora tanto lavoro da fare». Nell’album c’è una canzone in cui le persone si riconoscono maggiormente: Incendio Doloroso. È la storia di due ombre, il narcisista e il masochista. «I masochisti si innamorano sempre del narcisista, e la canzone racconta una fase della mia vita in cui mi trovavo in questa dinamica. È incredibilmente seducente e potente, e mostra il lato umano di chi soffre». Romina ha detto di riconoscersi nell’ombra della “sindrome di Pollyanna”: non solo ottimismo, ma il bisogno di dire che va tutto bene per non crollare, per non mostrarsi tristi e rischiare di non essere amati. Il suo album è un “concept album per peccatori”, e il peccato più contemporaneo, secondo lei, è credere che il mondo sia pieno di brutti e cattivi e che noi siamo i buoni. «Io ho scelto di mostrare tutta la palette, non voglio circondarmi solo di persone “perfette”». 

I temi di Romina non sono quelli tipici del pop. All’uscita di "Magari muori”, uno dei suoi pezzi più noti, le era stato detto che non si poteva parlare di morte in questo genere. «Questa esperienza mi ha mostrato come esista una sorta di censura quando provi a uscire dagli schemi. Non si può scrivere di angioletti e fiorellini se nella vita si è avuto amici in carcere o situazioni difficili». 

Romina è anche appassionata del Lucca Comics & Games: «Sono innamorata di questo evento. È il "Sanremo dei giochi”: immersivo, intenso, e allo stesso tempo irresistibile. Sono anni che, con la Freak & Chic, ci siamo dedicati a questo progetto. La cosa meravigliosa è che, soprattutto per chi è di nicchia, il pubblico ti accetta esattamente così come sei. Diventa come una cena di famiglia: il clima è stupendo, e le persone non vogliono che tu sia bonista, vogliono che tu mostri la tua autenticità, anche nei momenti più duri».

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di Redazione web