Il Tirreno

Lucca

Lutto nella cultura

Lucca, Francesca Duranti e la memoria elevata a letteratura

di Pietro Barghigiani
Lucca, Francesca Duranti e la memoria elevata a letteratura<br type="_moz" />

Il decesso a Villa Rossi. Il genero: «Fu tra gli ispiratori della Scuola Imt»

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LUCCA. Se ne è andata di sera nella villa di famiglia nella campagna lucchese mano nella mano con il figlio Gregorio. Un distacco terreno avvenuto in serenità quello della scrittrice Francesca Duranti (all’anagrafe Maria Francesca Rossi) . Aveva 90 anni e da tempo non stava bene.

Nata a Genova nel 1935, era figlia del giurista Paolo Rossi, ministro e presidente della Corte Costituzionale dal 18 dicembre 1975 al 9 maggio 1978. Rossi negli anni della guerra si trasferì a Lucca nella villa di Gattaiola diventata nel tempo un centro pulsante di iniziative culturali e fermenti intellettuali.

Spirito libero e carattere volitivo, per ripicca al secondo marito da cui divorziò, la scrittrice volle tenere il suo cognome che diventò poi quello con cui firmò le sue opere. L’affermazione definitiva avvenne con “La casa sul lago della luna” (Rizzoli) , finalista al Premio Strega, vincitore del Premio Bagutta nel 1984, tradotto in sei lingue e considerato il suo capolavoro. «È il libro che più amava» ricorda Marco Giuseppe Ciaurro, genero dell’autrice e presidente Società dei Lettori, fondata dalla Duranti e Antonio Dini nel 1998.

Tra i suoi successi “Lieto fine” (Rizzoli, 1987) , “Effetti personali” (Rizzoli, 1988, Premio Campiello e Premio Hemingway) , “Ultima stesura” (Rizzoli, 1991) , “Progetto Burlamacchi” (Rizzoli, 1994) , “Sogni mancini” (Rizzoli, 1996) . Con “L’ultimo viaggio della Canaria” (2003) vinse per la seconda volta il Premio Rapallo-Carige, già ottenuto con “Sogni mancini”. Fra le sue ultime uscite. “Manuale di conversazione: né rissa né noia” (Pacini Fazzi, 2009) e “Il diavolo alle calcagna” (Nottetempo, 2011) il suo ultimo libro. Tradotta in diciotto lingue, Duranti in Francia vinse il Prix des Lectrices de “Elle”.

La figura paterna e il contesto familiare in cui era cresciuta ritornano nelle sue opere. E Villa Rossi, dimora di uno dei padri della Repubblica (Rossi fu tra i 70 che scrissero la Costituzione) , è spesso protagonista silenziosa, ma di sostanza nei libri della Duranti che al tempo della direzione di Sandra Bonsanti aveva collaborato con “Il Tirreno”.

«Francesca era una persona mossa soprattutto da una responsabilità civile – ricorda Ciaurro – . È a Villa Rossi e grazie alle riunioni volute da mia suocera che nacque l’idea della Scuola Imt. Era legata in questo al professor Marcello Pera dal quale la dividevano le idee politiche, ma nella consapevolezza che la nascita della Scuola di alta formazione avrebbe fatto bene alla città. Sapeva riunire gli intellettuali intorno a un tema che avrebbe fatto crescere Lucca».

Nel 2011 l’ultimo libro in cui aleggia il senso della morte. «Riteneva di aver detto tutto quello che voleva dire e non pubblicò altri libri – riprende il genero – . Il suo libro preferito era “La casa sul lago della luna”, ma amava molto, e io lo ritengo anche superiore, pure “L’ultimo viaggio della Canaria” a mio giudizio paragonabile al “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa».

I ricordi di gioventù tra famiglia e contesto storico, i valori di un padre che prima di salire ai vertici delle istituzioni aveva partecipato alla Resistenza hanno dato linfa letteraria per disegnare storie e personaggi. Ritratti di una borghesia che la scrittrice conosceva per osservarla dall’interno.

«Voglio ricordare l’istituzione del Premio Voltaire a partire dal 2012 – conclude Ciaurro -. Oggi tutti conoscono la geopolitica, ma allora fu il primo premio dedicato alla saggistica ispirata alla geopolitica. Francesca faceva letteratura, ma con i piedi saldi nella realtà per capire quello che ci circonda, senza dimenticare il passato e senza far finta di vedere come cambia il mondo intorno a noi».

In una nota il sindaco di Castelnuovo Andrea Tagliasacchi, ex presidente della Provincia, scrive: «Con grande dispiacere apprendo della scomparsa di Francesca Duranti, donna e scrittrice di un’intelligenza viva e ironica, sempre puntuale nelle sue letture sul mondo, con una capacità rara di trasformare in parole bellissime e potenti i sentimenti, i vissuti e le memorie dell’animo umano. Una dote che le riconosco anche nella vita quotidiana, fuori dalla scrittura: a lei mi legano momenti pieni di stima e di affetto e le sarò per sempre grato per l’onestà intellettuale e la generosità con cui decise di sostenermi alle elezioni amministrative lucchesi del 2007. Una scelta per niente scontata, che conservo dentro di me come un ricordo prezioso». Francesca Duranti lascia i figli Maddalena Duranti e Gregorio Magnani. L’ultimo saluto, in forma laica, lunedì 3 novembre alle 15 alla Croce Verde in via Romana 907a Lucca.


 

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