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Gruppo Kme, soffia vento di crisi: nuovo ricorso agli ammortizzatori

Gruppo Kme, soffia vento di crisi: nuovo ricorso agli ammortizzatori

L’azienda sta valutando la possibilità per la flessione produttiva di alcuni siti

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BARGA. Sarà un 2026 complicato per il Gruppo Kme che, per gestire la fase di riduzione della domanda, valuterà se ricorrere a ulteriori strumenti di ammortizzatori sociali con l’obiettivo di salvaguardare i livelli occupazionali e accompagnare la ripresa prevista nei prossimi anni. É quanto emerge da un incontro svoltosi tra la direzione KME e le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm al termine del quale le associazioni confederali hanno espresso «preoccupazione per il quadro complessivo» chiedendo all’azienda di confermare «gli investimenti e di mantenere una piena centralità produttiva in Italia».

Quadro allarmante

Nell’incontro finalizzato ad analizzare l’andamento generale del Gruppo in Europa e le prospettive per gli stabilimenti italiani (Kme di Fornaci di Barga, Mortara di Pavia, Kme Centro direzionale a Firenze, Sct a Serravalle Scrivia e Aml a Serravalle Scrivia) l’azienda ha illustrato una situazione generale complessa in un contesto economico caratterizzato da una fase di deglobalizzazione, da un forte incremento del prezzo del rame e dall’introduzione di dazi doganali che hanno inciso sulla competitività. A questi fattori si sommano i costi energetici elevati, in particolare in Germania, che pesano in modo significativo sulla struttura dei costi. Kme ha confermato una carenza di ordinativi a livello europeo e una flessione produttiva che interessa diversi siti del gruppo. I principali settori di sbocco – automotive e rame per coperture edilizie – restano in difficoltà, e non si prevede una ripresa significativa prima della metà del 2026. L’azienda ha comunicato di stare valutando l’opportunità di individuare nuovi business e di attuare alcune razionalizzazioni produttive per adattarsi al mercato. La Direzione ha evidenziato che gli stabilimenti di Serravalle Scrivia e Fornaci di Barga, pur operando in un contesto di crisi generale, mostrano una tenuta produttiva migliore rispetto ad altri siti europei.

La preoccupazione

Le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’azienda di confermare gli investimenti e di mantenere una piena centralità produttiva in Italia. «Serve un confronto costante e trasparente sull’andamento del mercato, sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali e sui progetti di rilancio industriale a tutela dei lavoratori». l
 

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