Il Tirreno

Livorno

La sentenza

Livorno, furti di Iveco Daily in Toscana: ha patteggiato la banda - I nomi

di Stefano Taglione
Un ladro mentre ruba un Iveco Daily
Un ladro mentre ruba un Iveco Daily

Pene fra due e tre anni di reclusione per i sei componenti del sodalizio. Metà dei colpi (41 in tutto quelli contestati) in città, ma anche nel resto della regione e non solo. Poi li “esportavano”

3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Avevano agito fuori dalle ditte, nei parcheggi e all’esterno dei ristoranti, portando via i furgoni in appena due minuti, mentre chi li guidava stava lavorando o mangiando. La banda degli “Iveco Daily” ha patteggiato: composta da sei persone che, ognuna con compiti diversi, avrebbe portato via alle aziende 41 veicoli – 30 dei quali famosi modelli prodotti nel Mantovano – fra Livorno (all’incirca la metà dei casi), Collesalvetti (uno), Pontedera (tre), Empoli (due), Scandicci (uno), Sesto Fiorentino (uno), Cascina (due), Pisa (sei), Calcinaia (uno) e Forte dei Marmi, in Versilia, dove è stato rubato un Fiat Ducato. Ma non solo: anche a San Marino, a Pesaro, a Ravenna e a Gabicce Mare, nelle Marche. Furono tutti arrestati poco più di un anno fa nel Foggiano, su disposizione del pm Massimo Mannucci, dai carabinieri del nucleo investigativo labronico, comandato dal tenente colonnello Guido Cioli.

Chi sono

Patteggiamenti quindi per il quarantasettenne Matteo Cappellari (tre anni e dieci mesi, oltre a 4.600 euro di multa), per il trentottenne Antonio Di Paola (tre anni e mezzo e 4.400 euro di multa), per il trentatreenne Michele Gaetano Colucci (tre anni e otto mesi, oltre a 4.600 euro di multa) e per il ventiquattrenne Alessandro Montemarano, quattro anni e quattromila euro di multa. Sono tutti originari del comune pugliese di Cerignola e ritenuti responsabili dei reati di furto pluriaggravato, autoriciclaggio, falsità materiale e uso di atto falso. I quattro – secondo la procura – si sarebbero occupati materialmente di rubare i furgoni, appostandosi fuori dai locali e dalle aziende per poi agire con estrema rapidità, aprendo le portiere e manomettendo le centraline di mezzi e localizzatori gps per non essere rintracciati. Hanno concordato la pena davanti al giudice per le indagini preliminari pure il sessantasettenne Carlo Minio (originario di Lucera, sempre in provincia di Foggia, e residente a Termoli, in Molise) e il cinquantaseienne Antonio Nardella (nato a Manfredonia, in Puglia, e residente nel comune di Palata, in provincia di Campobasso): per il primo due anni e due mesi di reclusione, oltre a quattromila euro di multa, mentre per il secondo tre anni e una multa di seimila euro. Questi ultimi, estranei ai furti, sono stati chiamati in causa dall’accusa per la successiva “esportazione” dei veicoli all’estero, in Polonia, ed erano stati indagati per riciclaggio, falsità materiale e uso di atto falso. Riciclaggio che era stato ipotizzato anche per Colucci e Montemarano.

I colpi

I furti risalgono alla primavera di due anni fa. «Lo scopo – aveva spiegato l’Arma – era monetizzare il valore dei mezzi: tale operazione si sarebbe potuta realizzare attraverso parziali modifiche documentali o di parti dei mezzi, portati all’estero, dove sarebbero stati ricollocati in un mercato nel quale le caratteristiche iniziali erano state confuse, annacquate, alterate e rese difficilmente visibili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Primo piano
La tragedia

Montopoli, muore a 54 anni: chi era Marcello, il salone e l’ultimo giro in bici prima dell’attimo fatale

di Lorenzo Carducci
Economia
Toscana

Meeting della nautica, Marco Massabò (l’ad Cantieri di Pisa): «Il Canale dei Navicelli ora deve crescere»