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Livorno, trova il ladro in casa che ruba oro e gioielli: 80enne aggredito – La testimonianza e le indagini

di Stefano Taglione

	Sul posto la polizia (foto d'archivio)
Sul posto la polizia (foto d'archivio)

È avvenuto di giorno in un appartamento di via Solferino, dove è arrivata la polizia. L’anziano, insospettito dai rumori, si è ritrovato davanti il malvivente con la torcia

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LIVORNO. A quasi 80 anni si è ritrovato faccia a faccia con il ladro, che gli ha puntato una torcia e lo ha spintonato. Choc nel tardo pomeriggio di venerdì scorso per un pensionato livornese, aggredito e derubato nel suo appartamento al primo piano di un condominio di via Solferino, non lontano da piazza San Marco, dal malvivente "armato" di luce. E per fortuna che non aveva oggetti contundenti. L’anziano, che in quel momento si trovava in casa con la moglie, è riuscito poi a chiamare il 112, rifiutando di essere accompagnato al pronto soccorso con l’ambulanza nonostante vari dolori conseguenti al terribile incrocio ravvicinato col ladro.

Spariti i gioielli

Il malvivente, quando è stato scoperto, aveva già fatto razzia di gioielli da armadi e cassetti. L’ottantenne si trovava in sala da pranzo insieme alla coniuge quando ha sentito dei forti rumori provenire da un’altra stanza, motivo per il quale preoccupato è andato a controllare. È in questo frangente che si è ritrovato di fronte al malvivente con la torcia a led accesa, che lo ha aggredito. Poi è scappato, facendo perdere le sue tracce: per entrare sarebbe passato da una finestra, che aveva precedentemente forzato. Probabilmente, sparendo dalla vista dell’anziano, ha fatto lo stesso anche al contrario, "gettandosi" dal primo piano, facendo poi definitivamente perdere le sue tracce.

Le indagini

Sul posto, per il sopralluogo post-furto, sono intervenuti gli agenti della Squadra volante dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura, diretti dal commissario capo Gabriele Nasca. Gli agenti hanno parlato con l’uomo e con la moglie, avviando le indagini che dopo la denuncia passeranno in mano ai colleghi della Squadra mobile della stessa polizia di Stato, guidati dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli. Nell’appartamento, purtroppo, non ci sono telecamere né impianti di allarme. All’esterno non è chiaro: gli investigatori dovranno stabilirlo e ora cercheranno di individuare elementi utili alle indagini. L’episodio è avvenuto attorno alle 18,30: nessun vicino di casa, nemmeno un passante, si sarebbe accorto di nulla. A chiamare il 112, infatti, è stato direttamente l’ottantenne.

La testimonianza

«Una ragazza mi ha raccontato quello che è successo - spiega una vicina di casa dell’ottantenne al Tirreno - e siamo veramente scioccati. Nel nostro condominio è la prima volta che accade una cosa del genere. So che il mio vicino era in casa insieme alla moglie, poi il ladro è entrato da una finestra mentre loro erano dentro...». È stato lo stesso abitante a raccontare ai dirimpettai ciò che è accaduto, totalmente sotto choc. «Ne abbiamo parlato tutti insieme al bar sotto casa - prosegue la donna - e siamo veramente spaventati». Appena si è sparsa la voce, gli altri abitanti del quartiere si sono detti molto preoccupati per quanto accaduto, speranzosi che non possa accadere loro altrettanto.

Il precedente

A Livorno, un caso analogo era avvenuto a metà settembre a Sandro Galigani, un elettricista di 59 anni che abita in piazza Dante, vicino alla stazione ferroviaria. A differenza dell’ottantenne, però, lui fu picchiato selvaggiamente con calci e pugni, finendo in ospedale. Stava cucinando quando attorno alle 21,30, sentendo dei rumori, si è accorto della presenza dei due ladri in casa. «Ero da solo - raccontò il giorno dopo il fatto l’artigiano al Tirreno - e stavo cucinando. C’era parecchio rumore, dato che avevo la tv accesa e la friggitrice ad aria in funzione. I malviventi hanno prima cercato di spaccare invano la persiana di una camera, poi hanno distrutto quella della matrimoniale, dove dormiamo io e mia moglie, e hanno fatto irruzione. Io non ho sentito nulla, mi sono accorto che erano entrati perché a un certo punto sono andato a cercare il gatto che, solitamente, dorme proprio su quel materasso. Quando sono entrato nella stanza ho visto due ombre e loro sono sbucati fuori. «Hanno tentato la fuga e io sono riuscito in qualche modo a braccarne uno. L’altro, che stava per buttarsi di sotto, è andato in soccorso dell’amico e ha cominciato a colpirmi con calci e pugni in testa. Mi hanno graffiato, provocandomi diverse escoriazioni, avevano le unghie come dei gatti. Parlavano una lingua straniera, non l’ho riconosciuta, sicuramente non erano né italiani né albanesi, visto che ci lavoro e avrei riconosciuto l’idioma. Penso che fossero dell’Europa dell’Est o nordafricani, non saprei dirlo con precisione. Avevano sui 25 anni, erano abbastanza alti».

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