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Celiachia, siete sicuri di non soffrirne? Cosa dobbiamo sapere e sintomi da non sottovalutare

di Marzia Valitutti
Celiachia, siete sicuri di non soffrirne? Cosa dobbiamo sapere e sintomi da non sottovalutare

Per capire a fondo tutto ciò che concerne il disturbo in questione, ne parliamo con la dottoressa Virginia Vitelli, nutrizionista

02 febbraio 2023
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Secondo l’Istituto Superiore di Sanità l’1% della popolazione italiana soffre di celiachia, ma la cifra è purtroppo sottostimata. Il motivo? Molte persone sono celiache e non lo sanno! Colpa delle diagnosi tardive o, in alcuni casi, mai effettuate. Non è infrequente che si associ gastrite, dolori addominali o sintomi simili a stress o cattiva alimentazione: non tutti indagano a fondo, sottoponendosi agli adeguati test clinici. D’altronde i sintomi di questa patologia sono vari, non tutti preoccupanti… non è un caso che spesso vengano sottovalutati dal paziente. Inoltre, se è vero che il malessere compare con il consumo di glutine è altrettanto vero che non sempre questo avviene: capita che ci si sottoponga agli screening per rilevare la celiachia solo dopo aver scoperto che ne soffre un genitore o un parente. Questo significa, a detta della comunità scientifica, che non sia solo il glutine a scatenare la reazione infiammatoria. Gli altri fattori, tuttavia, rimangono ad oggi ignoti.

Per capire a fondo tutto ciò che concerne il disturbo in questione, ne parliamo con la dottoressa Virginia Vitelli, nutrizionista. “La celiachia è una malattia multifattoriale auto-immune molto diffusa, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti”, spiega l’esperta. “Il glutine è un composto peptidico tipicamente contenuto in alcuni cereali, soprattutto nel grano o frumento e simili, ma anche nella segale, nell’orzo. Questo complesso proteico, che quindi si trova principalmente in alimenti a base di frumento come pane, pasta, pizza, biscotti e snack dolci e salati, causa una risposta infiammatoria abnorme a livello dell’intestino tenue. La risposta immunitaria genera un’infiammazione cronica che, a sua volta, danneggia i tessuti dell’intestino e porta alla scomparsa dei villi intestinali, importanti per l’assorbimento dei nutrienti. Un celiaco quindi, oltre al danno diretto, subisce un consistente danno indiretto perché non è in grado di assorbire sostanze nutritive e quindi rischia la malnutrizione. Se non è diagnosticata tempestivamente e trattata in modo adeguato, la celiachia può avere conseguenze importanti, anche irreversibili”.

Come si identifica?

“La celiachia può essere identificata con assoluta sicurezza attraverso la ricerca sierologica degli anticorpi anti-transglutaminasi (antitTG) ed anti-edomisio (EMA) di classe IgA, oltre il dosaggio delle IgA totali. Non solo: la biopsia della mucosa duodenale in corso di duodenoscopia. Gli accertamenti diagnostici per la celiachia devono necessariamente essere eseguiti a dieta libera (dieta che comprende il glutine).

Celiachia e intolleranza al glutine: quali le differenze?

“È bene distinguere la celiachia, come detto precedentemente, come allergia e quindi malattia autoimmune, dall’intolleranza al glutine, la quale non è mediata dall’immunità ed è un fenomeno di ipersensibilità. Si scatena, in un certo senso, un meccanismo di accumulo, per cui un eccesso di glutine genera l’insorgenza di sintomi quali diarrea, gonfiore addominale, mal di pancia, crampi, perdita di peso. L’allergia invece è mediata dal sistema immunitario, in particolare dall’azione delle immunoglubuline E, che causano una reazione allergica, quasi immediata (a distanza di minuti o di ore), in seguito a ingestione di un dato alimento”.

Si può guarire?

“La celiachia dura tutta la vita ma, a differenza di altre malattie croniche, non richiede assunzione di farmaci, che possono causare, nel lungo termine, effetti collaterali e non implica la convivenza con l’idea di una degenerazione progressiva della malattia. L’unica terapia oggi disponibile per la celiachia è l’esclusione totale e permanente dalla propria dieta dei cereali che contengono glutine”.

Esiste la celiachia silente?

“Sì e non si manifesta con sintomi particolari: è come se si nascondesse, ma in realtà è presente. La mucosa intestinale è compromessa come nelle forma tipica e atipica di celiachia. Anche per la celiachia silente l’unica terapia possibile è la dieta priva di glutine. La forma silente della celiachia, non manifestando sintomi, è difficilmente diagnosticabile. Circa il 15% dei parenti asintomatici di pazienti celiaci presenta atrofia dei villi intestinali; non è quindi una forma da sottovalutare. Recenti studi sembrano inoltre dimostrare che all’aumentare dell’introduzione di glutine nella dieta di soggetti affetti da celiachia silente, aumenti proporzionalmente la possibilità che si manifestino sintomi intestinali o extraintestinali”.

I SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE

I sintomi con cui la celiachia si manifesta sono estremamente variabili, sia per gravità che per gli organi e sistemi dell’organismo colpiti. Tipicamente la malattia si manifesta con i seguenti sintomi: diarrea gonfiore addominale, dolori addominali, perdita di peso, malassorbimento intestinale, rallentamento della crescita (nei bambini). Altre manifestazioni possono essere stanchezza e affaticamento, che possono essere segni di anemia da carenza di ferro o di anemia da carenza di folati, perdita dei capelli (alopecia), dimagramento senza altra causa, ulcere e lesioni ricorrenti nella bocca (aftosi orale ricorrente), perdita dello smalto dentario (ipoplasia), dolori addominali ricorrenti, vomito, riduzione della massa ossea (osteopenia ed osteoporosi).

Generalmente i sintomi tra adulto e bambino sono gli stessi, con la differenza che quando il malassorbimento si manifesta nell’età della crescita, può portare a danni ossei, rachitismo, bassa statura e perdita di peso.

Il paziente celiaco, sia quando la diagnosi avviene in età infantile che in età adulta, nasce con una predisposizione genetica, necessaria ma non sufficiente a favorire la manifestazione patologica. I geni in questione appartengono al complesso maggiore di istocompatibilità e sono presenti nel 30% della popolazione. La celiachia si manifesta quando il soggetto predisposto ingerisce il glutine, però, non è detto che compaia dal primo contatto.

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