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Follonica, l’addio all’ex sindaco Norcini sulle note dell’Internazionale

I funerali
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Tanta gente e commozione. La figlia: «Un grande dolore»

04 febbraio 2023
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FOLLONICA. Accompagnare un amico nel suo ultimo viaggio è una prova difficile da dover affrontare. Da subito parenti e amici si sono recati alla Fonderia 1 per dare l’estremo saluto all’ex sindaco del golfo e imprenditore Enrico Norcini, scomparso mercoledì scorso a 68 anni. Un continuo via vai di donne e uomini che hanno voluto testimoniare e ricordarlo nella sua funzione di sindaco, di imprenditore, di amico. E per il suo funerale di ieri anche le autorità istituzionali con il sindaco Andrea Benini in prima fila.

Una cerimonia sobria, ma toccante assieme, aperta dalle parole della figlia Giulia la quale, con voce rotta dal pianto e dai singhiozzi, ha ringraziato quanti in questi giorni hanno voluto portare un saluto al suo caro babbo e una parola di conforto ai suoi familiari. «Quando un dolore è grande se condiviso è meno straziante», ha detto. Le ha fatto seguito, segnato da un evidente coinvolgimento, il sindaco di Follonica Andrea Benini: «Sulla tua famiglia in queste ore si è però riversato tanto amore da parte di tutta la nostra città: tante persone si sono strette vicine a loro, stringendoli in un abbraccio, porgendo una carezza, semplicemente condividendo il silenzio o un tuo ricordo, un segno magari anche intimo, nascosto, che hai saputo lasciare nella vita di molti di noi. Sei stato sindaco della nostra città in complessi anni di passaggio da un’epoca ad un’altra, hai saputo interpretare quell’idea di politica che sa trasformare la paura in progetto, l’esclusione in presenza. Hai saputo essere sindaco – ha continuato –, con autorevolezza, passione, lucidità e capacità profetica. Cioè in quello sforzo sempre più raro per la politica di sapere guardare al di là, senza dimenticare mai lo spazio minimo quotidiano dell’incontro».

Il diacono Sergio Pieri ha successivamente impartito la benedizione alla salma. Ma nell’ampio salone della Fonderia 1 si è creata un’atmosfera unica al culmine della cerimonia quando si sono diffuse le note dell’Internazionale, l’inno dei lavoratori per eccellenza, eseguite dal gruppo musicale di Altrimondi, la libreria bistrot gestita da Giulia.

Enrico per quanti lo hanno conosciuto, anche da fronti diversi, è ricordato come uomo intelligente, dalla riconosciuta capacità organizzativa, ambizioso, energico e instancabile nei suoi impegni, un uomo tenace, verrebbe da dire, che non si fermava di fronte agli ostacoli. Nella sua lunga e attiva militanza politica ha dimostrato che si può essere uomini di pensiero e d’azione. Per molti ha saputo interpretare i tempi ricercandone le soluzioni.

Ogni volta che s’incontrava, si creava un vero amarcord per gli anni Settanta e Ottanta, i ricordi per le manifestazioni a Parigi per il Vietnam, la memoria per le figure del partito, che nel tempo ha espresso significative personalità istituzionali e politiche quali Ovidio Angeluccetti e Loreno Chelini alla cui scuola Enrico si era formato.

Nei suoi otto anni di sindacatura ha cercato con la sua giunta, coinvolgendo quando era possibile anche le opposizioni, di dotare la sua città delle infrastrutture necessarie con investimenti pubblici. Molte le opere pubbliche portate a termine ed altre lasciate in eredità a Emilio Bonifazi.

Considerava Follonica nella sua interezza, che guarda al mare senza ignorare le sue potenzialità a monte, della sua capacità di valorizzare, tutelare e preservare quelle che sono le sue opportunità di espressione architettonica, della su originalità di essere città fabbrica.

La sua era un’idea della città che guardava avanti che poneva al centro l’uomo e la sua qualità della vita, una città bella e attrattiva per i suoi cittadini e turisti, una città che si realizzava con le sue bellezze naturali mantenendo la sua cultura di appartenenza. Questa era la visione che Enrico aveva di Follonica: attingere dal passato, operare sul presente per costruire il futuro. Da sindaco, Enrico, seppe guidare questa trasformazione, con intelligenza, capacità di intuizione, senza lasciarsi trascinare da interessi di parte ma guardando al richiamo dell’utilità collettiva. Uomo che sapeva prendersi le responsabilità, a volte spigoloso, ma che sapeva decidere anche in contrasto con opinioni contrarie, pronto alle polemiche e alla battaglie nella lealtà.

La sua scomparsa di certo lascia un vuoto in quanti lo conobbero e ne apprezzarono le qualità ad iniziare da quel suo contagioso sorriso che aveva per tutti e che sapeva di ascolto e incoraggiamento.
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