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Offese sessiste all’arbitra, maxisqualifica per un dirigente calcistico

Offese sessiste all’arbitra, maxisqualifica per un dirigente calcistico

Durante una partita di under 14: inibito fino al 30 giugno

03 febbraio 2023
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PIOMBINO. Da un lato gli spot, le copertine che tentano di restituire un’immagine di un calcio – e di una società, perché no – che guarda avanti, pronta a superare una volta per tutte certi retaggi. Poi la quotidianità che spesso arriva dai campi di periferia, a partire dai campionati giovanili, a smorzare i facili entusiasmi. A dire no, la realtà è più complicata. Eppure, le belle storie dovrebbero arrivare da quei campi un po’ dimenticati, dove il fil rouge dovrebbe essere la passione: quella che fa allungare la fisarmonica del sacrificio, della pazienza, dove si scende in campo prima di tutto per divertirsi e imparare. Poi il risultato, le esultanze, le ritualità mutuate dal pallone dei big.

Qui la descrizione idilliaca – forse mitizzata – però s’interrompe, frena bruscamente, con le poche parole del giudice sportivo che nel consueto comunicato di metà settimana riporta di una maxi-squalifica (l’inibizione fino al 30 giugno, tradotto, stagione finita) a un dirigente (Mario Palilla) del Follonica Gavorrano (under 14, categoria giovanissimi) perché, si legge, «a seguito di decisione arbitrale si avvicinava al direttore di gara fino alla distanza di circa un metro tenendo comportamento offensivo e discriminatorio per motivi di sesso; occorreva l’intervento di terzi per farlo allontanare».

Un passo indietro: un po’ di contesto. La gara è quella valida per il campionato dei giovanissimi, in campo in pratica ci sono i ragazzi del 2009, adolescenti di 13-14 anni in un pomeriggio invernale, dopo la scuola: da un lato i padroni di casa dell’Audace Isola d’Elba e dall’altro appunto i biancorossoblù. Ad arbitrare una giovane direttrice di gara della sezione degli arbitri di Piombino. Quello che succede nel match – che finirà con il risultato di 4-4, ma questo passa decisamente in secondo piano – viene messo nero su bianco nelle parole del giudice sportivo che di fatto, ogni settimana, sintetizza quello che riporta a fine gara nel consueto resoconto l’arbitro. E allora, se l’Aia di Piombino non rilascia dichiarazioni in merito, dalle giovanili della società mineraria – dopo aver saputo della decisione del giudice sportivo – la strada al momento è quella del “no comment”; dovrebbero attendere, per la loro ricostruzione sull’accaduto, alcuni vertici interni di queste ore.

Restano quelle poche parole del giudice sportivo: il “comportamento discriminatorio per motivi di sesso” del dirigente a una giovane arbitra in un campo di provincia in una partita tra adolescenti.


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