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Isolotto, la fabbrica dei talenti cresce con l’autonomia energetica

di Francesca Bandinelli
I bambini della Polisportiva dell’isolotto durante un’azione di gioco
I bambini della Polisportiva dell’isolotto durante un’azione di gioco

La società vuole realizzare un impianto fotovoltaico per produrre elettricità

28 settembre 2022
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FIRENZE. Qui, non si è dimenticato né la storia né la tradizione. Sì, perché l’Unione Polisportiva Isolotto, nata nel 1974, la si può capire appieno solo conoscendone la storia. La passione, da queste parti, è sempre stata forte, anche quando la squadra di calcio andava a giocare le sue partite sul campo dell’Audace Legnaia o del Club Sportivo, più o meno quarant’anni fa.

Dopo la realizzazione dell’impianto Pio Fedi, ecco che il senso d’appartenenza s’è fatto persino più stretto. Qui, ci sono cresciuti bambini capaci di imporsi sul palcoscenico del calcio che conta, da Francesco Flachi a Franco Brienza, così come si sono mostrati al grande pubblico pure i giovani d’oro del Torneo di Viareggio, grazie al lavoro di Elio Boschi, dirigente preparato e appassionato a cui è stato intitolato l’impianto sportivo. Il calcio da queste parti è pane quotidiano, ma nelle due palestre si praticano anche arti marziali, a cominciare dal karate, e pure la “bioginnastica”, rivolta principalmente ad un pubblico di età avanzata, spesso femminile.

La scuola calcio ed il settore giovanile, oggi, contano circa 400 ragazzi tesserati: i bambini dal 2010 al 2017 frequentano di corsi di scuola calcio, i più grandicelli, quelli nati dal 2006 al 2009, invece sono la linfa vitale del vivaio. Non manca poi la Juniores e nemmeno la prima squadra, iscritta al campionato di prima categoria, così come la novità è rappresentata dal Futsal, la divisione di calcio a cinque.

«Il quartiere dell’Isolotto – ci spiega Giovanni Biondi, il presidente dell’UPD Isolotto – è uno tra i più popolosi della città di Firenze: il nostro primo obiettivo è di carattere sociale, per dare ai ragazzi la possibilità di crescere in un ambiente sano. Abbiamo scelto di investire sulla scuola calcio, portando nel nostro staff un istruttore federale, Filippo Pastorelli».

L’Isolotto, insomma, non è soltanto una divisa da indossare: dentro quella maglia c’è molto di più, c’è una filosofia fatta di condivisione di progetti e di tanto, tanto lavoro. «Vogliamo provare a farci palestra di vita prima ancora che di pallone. Le strutture non mancano e sono apprezzate. Per esempio, una delle palestre che abbiamo è una delle poche sul territorio omologate per la Serie A del calcio a 5 e da questa stagione sportiva abbiamo deciso di estendere le nostre attività coinvolgendo anche le bambine. Sì, il calcio femminile l’ulteriore passo avanti fatto». Si sono già iscritte una ventina di bimbe e ragazzine e la speranza è, anche in questo settore, di riuscire a farsi punto di riferimento territoriale, come già accaduto in ambito maschile.

Giovanni Biondi, che fa parte della consulta provinciale delle Figc, si sta facendo capofila di una proposta interessante per la sostenibilità delle società dilettantistiche. L’ha già presentata, adesso serve una risposta dalle istituzioni. «Le bollette rischiano di mettere in ginocchio qualunque realtà che, come accade qui, spesso si regge anche sul volontariato. Ho proposto che possano essere estese le concessioni delle strutture, in modo che ciascuna realtà possa operare per rendersi il più possibile autosufficiente. Qui, per esempio, istallando pannelli fotovoltaici sulle tribune arriveremmo a produrre la quantità d’energia necessaria per il sostentamento. Noi realizzeremmo un impianto che evidentemente resterebbe in dotazione alla società, ma c’è bisogno di estendere le concessioni per diversi anni. La Federazione? È arrivato parere positivo e noi avremmo già un progetto».

Tocca alla politica, adesso, dare un segnale. All’Isolotto è tutto pronto.

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